La sua foto e il suo nome sono tra quelli diffusi sabato scorso dalle forze dell’ordine, in un’operazione che mirava a coinvolgere i cittadini nella cattura dei cinque super-latitanti che si contendono le piazze di spaccio a Napoli nella nuova faida di Scampia: Antonio Mennetta, 27 anni, per la Procura antimafia è uno dei boss emergenti della camorra, ma per il Riesame non deve andare in carcere.
La richiesta di arresto avanzata dai pubblici ministeri nei suoi confronti è, infatti, stata respinta ancora una volta dai giudici: se gli inquirenti riusciranno a rintracciarlo, Mennetta non finirà in carcere, ma agli arresti domiciliari, in base a un aggravamento di un divieto di dimora a Napoli, dovuto a una precedente condanna a 7 anni per associazione camorristica.
È l’ultimo atto di un braccio di ferro tra accusa e difesa che va avanti dallo scorso luglio, quando il boss fu arrestato a San Pietro a Patierno: due giorni dopo il giudice Umberto Lucarelli aveva detto no alla convalida del fermo e lo aveva scarcerato per mancanza di indizi, accettando l’istanza presentata dall’avvocato Ricciulli. Secondo il giudice per le indagini preliminari le intercettazioni dei colloqui avvenuti in carcere nel 2007 non erano utilizzabili come riscontro alle dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia.
Una decisione contro cui si erano appellati i pubblici ministeri Stefania Castaldi, Maurizio De Marco e Vincenzo Marra: ieri pomeriggio è arrivata la decisione sul ricorso, con il tribunale del Riesame che ha rigettato l’istanza della Procura. I pm attendono ora di leggere le motivazioni prima di ricorrere in Cassazione: intanto però vanno avanti le indagini sulla faida scoppiata nuovamente a Scampia negli ultimi mesi. Proprio oggi le forze dell’ordine, coadiuvate dai vigili del fuoco hanno abbattuto in via Labriola, ai ‘sette palazzi’, un recinto posto a protezione di un giardinetto pubblico e denunciato un ventenne per costruzione e occupazione abusiva di suolo pubblico.