È proprio il caso di dirlo, il Napoli 2, così come è stato definito dagli addetti ai lavori, torna dalla trasferta nella fredda terra d’Ucraina con le ossa rotte e con una sconfitta dal sapore amaro. Mazzarri aveva chiesto di dare il massimo in campo per riprendere la corsa nel girone. Il campo, specie nel primo tempo ha restituito un Napoli incapace di produrre gioco e mai pericoloso dalle parti dell’area avversaria.
Settanta secondi. Il Dnipro scende in campo desideroso di fare risultato in casa, davanti ai suoi tifosi, contro il Napoli secondo in classifica nel campionato italiano. Partita per loro di tutto rispetto data l’importanza dell’avversario. Gli ucraini partono subito all’attacco e dopo settanta secondi vanno in rete. Punizione dalla destra e Fedetskiy senza nemmeno troppa difficoltà mette dentro il pallone dell’uno a zero, colpendo a rete da distanza ravvicinatissima, complice anche l’insicurezza di Rosati che, data la sua mole, dovrebbe farla da padrone nell’arietta piccola. Invece nulla di tutto ciò e partita che dopo un minuto è già in salita. Mazzarri intuisce subito che sarà davvero dura battere gli ucraini e cerca di spronare i suoi, ma inutilmente, perché gli azzurri non riescono ad andare oltre un prolungato possesso palla, nonostante la rete di Insigne, servito però da un assist di testa di Fernandez che era in fuorigioco. Questa l’unica azione del Napoli nel primo tempo che, non contento, sul finire della frazione di gioco regala alla squadra di casa anche il gol del raddoppio: seconda dormita difensiva e Matheus completamente dimenticato dalla difesa, mette dentro il gol del due a zero tra l’incredulità di tutta la panchina azzurra. La prima frazione di gioco restituisce un risultato incredibile, ma giusto, perché il Napoli formato Europa scelto con ostinazione da Mazzarri, non riesce a produrre gioco. Nota dolente per Edu Vargas, mai in partita e mai capace di metter giù un pallone e giocarlo per i compagni, puntualmente anticipato dai difensori ucraini, quasi fosse un difensore aggiunto.
Nella ripresa Mazzarri prova a cambiare le carte in tavola e mette dentro Cavani e Pandev, facendo accomodare in panchina Dossena ed un nervoso Vargas. La musica cambia, davanti il reparto offensivo inizia a muoversi, Insigne finalmente inizia a far vedere di che pasta è fatto, affrontando gli avversari e cercando con il suo piedino fatato gli inserimenti del Matador. È un altro Napoli con soli due cambi. Cavani più di tutti ci prova in ogni modo e sul due a zero il palo gli nega la gioia del gol che avrebbe riaperto la partita e consegnato al campo una squadra totalmente diversa. Invece nel miglior momento degli azzurri un’altra ingenuità difensiva e Dnipro che chiude la partita con Giuliano, che su assist di Zuniga e solo soletto batte Rosati per la terza volta. A nulla è servito il rigore procurato e trasformato da Cavani se non per rendere la sconfitta meno amara.
Ancora una volta l’ostinazione di Mazzarri che non vuole rischiare mai i titolarissimi in Europa e che alla fine è costretto sempre ad inserirli a gara in corsa perché il Napoli 2, così come è allestito non è in grado di affrontare questa competizione. Condivisibile la scelta di fare turn over, ma è impensabile cambiare tutta la squadra e mandarla in campo a fare figuracce. Il pareggio casalingo tra PSV ed AIK Solna, lascia aperta la porta della qualificazione, ma saranno necessarie tre vittorie per avere la tranquillità di passare il turno, cosa che vorrebbero i tifosi (che in 170 ieri sera hanno affrontato anche il freddo ucraino per sostenere la squadra) ma che forse non vuole la società.