Due anni dopo quella del notte del 5 settembre in cui ad Acciaroli fu ucciso Angelo Vassallo, sindaco di Pollica, potrebbe esserci la tanto attesa svolta per le indagini: secondo quanto riporta, infatti, l’edizione odierna di ‘Repubblica Napoli’, i test scientifici condotti dagli inquirenti hanno portato alla rilevazione di un’impronta della mano sull’auto dove fu trovato il cadavere del ‘sindaco-pescatore’ e a un reperto di natura biologica su uno dei nove colpi di pistola esplosi in quella tragica sera.
Due tracce, due indizi che potrebbero finalmente fare luce sull’omicidio, anche se prima bisognerà escludere che impronta e reperto biologico appartengano alle persone venute a contatto con la scena del crimine in quella notte di due anni fa: la Procura, infatti, ha spesso rimarcato come il luogo del delitto, nei minuti successivi all’agguato, non sia stato preservato in maniera corretta.
Ecco allora sorgere la necessità di escludere con certezza l’appartenenza delle tracce ritrovate a qualcuno dei presenti nella zona subito dopo l’omicidio: così, su disposizione del procuratore Franco Roberti, le persone che attraversarono l’area del crimine in quella sera dovranno mettere a disposizione dna e impronte digitali. Circa settanta tra giornalisti e investigatori, compreso il magistrato di turno, si sottoporranno agli accertamenti: se le verifiche dovessero dare esito negativo, cioè se le tracce non dovessero appartenere a nessuna di quelle persone, per le indagini sarebbe una vera e propria svolta.
In quel caso, infatti, i due indizi ritrovati potrebbero appartenere all’assassino di Vassallo e dopo poco più di due anni potrebbe essere fatta finalmente luce sull’omicidio del sindaco-pescatore.