Avanti, ma che fatica: il Napoli sembra aver preso gusto a vincere soffrendo e anche con l’Udinese non sfrutta le occasioni per chiudere i conti e deve sudare le proverbiali sette camice fino al 95′ per portare a casa i tre punti e continuare la corsa a braccetto con la Juventus. Proprio i campioni d’Italia saranno gli avversari degli azzurri alla ripresa del campionato dopo la sosta per le nazionali, in una partita che potrà dire molto sulla reale forza della squadra di Mazzarri.
Il Napoli arriva allo scontro diretto dopo una prestazione di classe e grinta: la classe di Marek Hamsik e Goran Pandev, autori dei gol che hanno steso l’Udinese; la grinta di Gokan Inler e Valon Behrami, dominatori di un centrocampo che non ha lasciato nulla ai bianconeri friulani. Ottima prova anche di Fernandez che cancella le lacrime di Eindhoven mettendo il bavaglio a Di Natale e svettando di testa su quasi tutte le palle alte.
In generale è tutta la squadra che gira a meraviglia, difficile trovare un calciatore sotto la sufficienza visto che anche Pandev, autore di una prestazione sotto tono, riesce a tirare fuori dal cilindro un gol capolavoro che consegna ai partenopei i tre punti e alla Juventus un messaggio chiarissimo: per lo scudetto gli azzurri ci sono, eccome se ci sono.
LE PAGELLE DI NAPOLI UDINESE
De Sanctis 6 – Incolpevole sul gol, per il resto non è quasi mai impegnato seriamente dagli avanti friulani.
Campagnaro 6,5 – Preciso in copertura, ottimo nelle sue accelerazioni palla al piede: in alcune occasioni porta un po’ troppo la palla rischiando di mandare in difficoltà la squadra, ma riesce sempre a cavarsela.
Fernandez 7 – Ha lasciato la controfigura ad Eindhoven ed è sceso in campo in prima persona: comanda la difesa con sicurezza naturale, utilizza la sua stazza per prendere tutte o quasi le palle alte. Questa sera ha fatto vedere perché è titolare della nazionale argentina.
Gamberini 6,5 – Una piacevole sorpresa: arrivati tra i mugugni della gente, conquista sempre di più la stima dei tifosi: sempre puntuale nelle chiusure, dà sostanza al reparto arretrato. Sbaglia la diagonale in occasione del pari di Pinzi, ma è anche poco aiutato da Zuniga.
Maggio 6 – Ancora non ha raggiunto il top e la squadra ne risente: le sue sgroppate sulla destra non si vedono e quasi mai riesce a trovare quegli inserimenti che lo hanno reso famoso.
Behrami 7 -Lo trovi ovunque: morde le caviglie agli avversari, li bracca fino a quando non gli cedono il pallone. È il centrocampista che completa alla perfezione il reparto: stessa capacità di recuperare palla di Gargano, ma molto più disciplinato rispetto all’uruguaiano.
Inler 7 – Sta prendendo per mano la squadra: chiede palla, mette ordine e fa un ottimo lavoro in fase di copertura. Un anno per ambientarsi, ma ora lo svizzero sembra aver finalmente ingranato la marcia giusta.
Hamsik 7,5 – Un’ira di Dio nei primi 45 minuti: si carica la squadra sulle spalle da vero leader. La partenza di Lavezzi sembra avergli giovato o forse è la maturità che lo sta rendendo quasi perfetto. Difende, imposta, conclude, tutto al limite della perfezione: cala nel secondo tempo, ma riesce sempre ad essere utile per la squadra (Dzemaili sv).
Zuniga 6,5 – Nel primo tempo pecca un po’ in fase di copertura ed è decisamente in ritardo in occasione del pari di Pinzi; la ripresa però è pressoché perfetta con un paio di chiusure provvidenziali.
Pandev 6,5 – Un lampo, un colpo di classe per cancellare una partita sotto tono: il gol è l’unica cosa bella della serata del macedone, ma visto il risultato va bene così. (Insigne 6 – Forse ha ragione Mazzarri quando dice che deve crescere ancora molto: sbaglia la palla del 3-1 non servendo Cavani solo in area di rigore e sembra eccedere troppo con i dribbling: un passo indietro rispetto alle prime uscite)
Cavani 6,5 – Non si vede tanto, ma il colpo di tacco con il quale partecipa al gol di Hamsik vale il prezzo del biglietto. Anche se non è brillante, riesce a mettere lo zampino nella vittoria azzurra.
Mazzarri 7 -Sarà anche antipatico e piangina, ma mette in campo la squadra a meraviglia: gran parte dei meriti per questo Napoli sono i suoi. Ora parla anche apertamente di lotta al vertice, segno che anche lui inizia a credere a….quella cosa là.
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