È arrivato il decreto sugli enti locali del Governo Monti: un provvedimento molto atteso dal Comune di Napoli e da diverse altre città soprattutto del sud a rischio default. La norma non va però nella direzione auspicata qualche giorno fa dal sindaco Luigi De Magistris: le prime indiscrezioni, il decreto sarà illustrato oggi nei dettagli, parlano di meno risorse di quelle richieste da Palazzo San Giacomo e un controllo rigido della Corte dei Conti sul piano di rientro da attuare in cinque anni.
Insomma se il primo cittadino diceva appena due giorni fa a gran voce che “Napoli non sarà commissariata”, il provvedimento varato dall’esecutivo sembra andare proprio nella direzione opposta affidando alla Corte dei Conti la verifica di spese e bilanci degli enti locali e quindi anche del Comune di Napoli.
Il decreto, secondo quanto riporta ‘Repubblica’, prevede l’attuazione di pesanti criteri di risparmio e risanamento per quegli enti che hanno un bilancio tale da essere a rischio default: questi comuni e province dovranno per prima cosa approvare un piano di rientro di una durata massima di cinque anni (la richiesta era invece di un tempo di dieci anni) e poi trasmettere il ricorso alla procedura alla Corte dei Conti e al Ministero gli Interni
Nel piano di rientro devono essere quantificati i fattori di squilibrio e indicate le misure per ridurre la spesa e rientrare del deficit. Gli enti locali potranno aumentare anche le tasse “nella misura massima consentita, anche in deroga ad eventuali limitazioni”. Nel decreto, come detto, è inserito anche un potenziamento dell’attività di controllo della Corte dei Conti che avrà anche maggiori poteri sanzionatori e potrà avvalersi dei servizi ispettivi di Finanza pubblica della Ragioneria generale dello Stato e della Guardia di Finanza. Infine, il decreto prevede che ogni ente dovrà dotarsi di un sistema di controllo sulle società partecipate.
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