Non si farà la “festa del giglio” questa sera a Barra. La torre di cartapesta che doveva essere innalzata dalla paranza “Insuperabile” è stato posto sotto sequestro, predisposto dal gip Antonella Terzi, che ha accolto la richiesta del pm Vincenzo D’Onofrio.
Il tutto è partito dall’inchiesta sull’attività del clan Cuccaro, reggente nella zona di Barra, con i clan alleati Aprea e Alberto. Le indagini hanno evidenziato l’influenza dei Cuccaro per i festeggiamenti del giglio, molto apprezzati e di alto valore simbolico per sottolineare il potere di un clan.
“Un carro vale più di un arsenale“, ha scritto il gip Antonella Terzi nel decreto di sequestro. Durante i preparativi della festa i Cuccaro avrebbero mascherato le richieste di pizzo costringendo i commercianti a comprare gadget del giglio. Le richieste si sarebbero estese oltre il quartiere di Barra arrivando fino a Cercola, paese su cui i Cuccaro hanno messo le mani nella zona vesuviana e controllato fino a poco fa dal clan Sarno.
A Cercola per sottolineare il nuovo potere dei Cuccaro, gli uomini del clan hanno obbligato i commercianti a esporre all’interno delle proprie vetrine i gadget della festa.
A sottolineare il legame tra la festa dei gigli e la camorra è stato anche il pentito Salvatore Manco, che ha raccontato come l’organizzazione della festa era un’ulteriore occasione per rimpinguare le casse dei clan. Manco ha raccontato anche di una festa fatta di pace nel 1996, quando sfilarono insieme i carri delle famiglie Cuccaro-Aprea-Alberto e dei Sarno. Il valore simbolico del giglio passava anche per la sua costruzione secondo il pentito, che ha rivelato che ogni anno l’obelisco della paranza Insuperabile dedicato ai Cuccaro veniva costruito sempre ex-novo rispetto agli altri che sfilavano, già utilizzati in altre feste.