E adesso? Ora che ha fatto innamorare anche l’Italia dei suoi numeri, ora che anche in Nazionale ha dimostrato di essere un ‘predestinato’, Mazzarri cosa fara? È scoppiata la ‘Insigne mania’ e per il tecnico del Napoli è arrivato il momento delle decisioni difficili: ieri il piccolo fenomeno di Frattamaggiore ha esordito con la maglia azzurro-nazionale e ha illuminato la squadra di Prandelli con le sue serpentine, i suoi dribbling, la sua voglia di spaccare il mondo.
È stato lo stesso commissario tecnico a elogiare la prestazione di Insigne parlando della “scossa” data alla squadra dal piccolo attaccante made in Naples; lui si è limitato a parlare di emozioni difficilmente dimenticabili e ha dato l’appuntamento anche ai fratelli più piccoli in Nazionale: “Esordire a 21 anni è stata un’emozione forte, sono contento di come ho giocato e della prestazione della squadra. Dedico l’esordio alla mia famiglia e alla mia ragazza. I miei fratelli più forti di me? Magari ci ritroveremo tutti in Nazionale”.
In attesa di vedere l’Insigne band colorata di tricolore tocca a Lorenzo convincere Prandelli a confermarlo nel giro azzurro: un’impresa che passa inevitabilmente per le prestazioni offerte con la maglia del Napoli ed è proprio qui che nasce qualche perplessità. Il ritorno di Pandev porterà Mazzarri a lasciare in panchina ‘Lorenzinho’ già a partire dalla sfida con il Parma e il rischio è quello di vedere il suo talento ammuffire alle spalle del macedone in attesa di un’occasione: l’idea del Napoli è quella di schierare i suoi giovani, Lorenzo compreso, in Europa League, ma basterà questo a non far appassire la classe coltivata a furia di ‘scaloni’ del 21enne?
Il tecnico ha assicurato che quest’anno non attuerà più la politica dei ‘titolarissimi’, facendo giocare chi dimostrerà di essere più in forma e l’esclusione di Inler contro la Fiorentina ha dato credito a questa versione: ora bisognerà attendere la controprova, sperando che al talento di Insigne sia data l’opportunità di fiorire e non ‘insabbiarsi’ come l’erba del San Paolo. In caso contrario saremmo davvero davanti a un ‘delitto’ che costerà caro all’intero movimento nazionale.