Lo hanno ritrovato morto nell’auto del fratello in via Del Silenzio a Casapulla: Sergio Ventriglia, 25 anni, si è tolto la vita attraverso le esalazioni di anidride carbonica prodotte da un braciere. Al fianco del corpo esanime, la polizia ha trovato un biglietto destinato al fratello, nel quale chiedeva scusa per aver utilizzato la vettura per il folle gesto.
Un suicidio che chi conosce il giovane, uno speaker radiofonico che attualmente collaborava con Radio Prima Rete, emittente casertana, fa fatica a spiegarsi nonostante la depressione di cui soffriva Sergio e che stava cercando di superare facendosi aiutare da un medico. Un mal di vivere reso ancora più forte dalla difficoltà di riuscire a pensare a un futuro professionale che gli garantisse un minimo di stabilità.
Proprio l’assenza di speranze per il futuro potrebbe aver spinto Sergio Ventriglia a togliersi la vita: “Era un ragazzo solare, gentile, meticoloso e professionale – spiega dalle pagine del ‘Mattino’ Serena Lì Calzi, la conduttrice e giornalista che lo aveva aiutato a entrare a Radio Prima Rete -. Venne ospite nel mio programma e subito capii che era un ragazzo speciale, così lo proposi alla radio. Come tutta la mia generazione viveva senza prospettive, senza poter costruire qualcosa di certo. Questo lo faceva soffrire: una settimana fa mi disse che era stanco. Sergio è una vittima del sistema“.
Un sistema che ha tolto la gioia di vivere a un ragazzo di appena 25 anni che ha preferito la morte, piuttosto che continuare ad affrontare un’esistenza incerta e senza prospettive di futuro.