Appena si è sparsa la notizia delle lievi scosse di terremoto avvertite questa mattina a Pozzuoli, il collegamento con le trivellazioni effettuate nell’ambito del ‘Campi Flegrei Deep drilling project’ è stato quasi immediato: in molti si sono domandati se potesse esserci qualche tipo di correlazione tra lo sciame sismico e gli scavi in profondità che da qualche mese si stanno effettuando nell’area flegrea.
Una risposta negativa arriva da Marcello Martini, direttore dell’Osservatorio Vesuviano: “Non esiste alcun collegamento tra le scosse di questa mattina e le perforazioni. Primo perché le trivellazioni sono arrivate a 220 metri e sono ferme da agosto, secondo perché sono partite dopo i fenomeni bradisismici registrati di recente”.
Parole che non hanno convinto Emilio Borrelli, commissario regionale dei Verdi Ecologisti, e Carmine Attanasio, capogruppo al comune di Napoli del partito ecolostista: “Sarà anche una casualità, ma da quanto sono iniziate le trivellazioni a Bagnoli le scosse di terremoto sono aumentate e sono diventate più forti nell’area flegrea – è scritto in una nota diffusa dai due esponenti del ‘Sole che ride’ -. È inquietante spendere fondi per fare buchi nel territorio e non lavorare al piano di evacuazione dei Campi Flegrei”.
“L’Osservatorio Vesuviano ha subito detto che le trivellazioni sono arrivate fino a 200 metri di profondità – conclude la nota -, ma in precedenti comunicazioni avevano affermato di essere arrivati in tempi rapidi a 500 metri. Le notizie sono frammentarie e contraddittorie e proprio per questo abbiamo chiesto un incontro a Bagnolifutura per verificare il vero stato delle perforazioni. Sindaco e Comune dovrebbero bloccare tutto, non si scherza con la pelle dei cittadini“.