Nel mondo ipertecnologizzato di oggi, non passa giorno senza che una nuova applicazione venga alla luce: uno degli ultimi prodotti lanciati in commercio e capace di riscuotere un certo successo è Ismuggler, applicazione incentrata sul mondo del contrabbando di sigarette lanciata prima dell’estate.
Oltre al successo però , il gioco, realizzato dagli sviluppatori della Born Lucky Studio, porta con sé anche una certa dose di polemiche: l’applicazione è, infatti, ambientata tra Napoli e Tirana e a molti questo tipo di scelta non è andato giù. Ismugglers racconta di ‘una ciurma di pirati degli anni Ottanta su ferraglia sfrecciante tra Napoli e Tirana”: protagonisti del gioco sono sette personaggi accomunati dalla voglia di ricchezza e dall’assenza di rispetto per le leggi.
Nel corso della loro avventura, i vari protagonisti di Ismuggler si troveranno a dover fare i conti con pericoli e sotterfugi per consegnare al boss le casse di sigarette e sfuggire alla guardia di finanza. Tra i sette personaggi, c’è anche Franza, napoletano del centro direzionale, e Narco, lucano di Sasso di Castalda; completano il quadro Hulla e Otto, tedeschi di Berlino, Elvio nato a Casablanca, Pablo a Tijuana e Danny dell’Isola di Aruba nei Caraibi. Tutti i personaggi del gioco hanno un particolare comportamento e specifiche caratteristiche psicologiche che li guidano alla ricerca della ricchezza, a dispetto di ogni norma.
Al di là del valore poco educativo dell’applicazione, ormai nel mondo dei videogiochi moderni si è abituati a molto peggio, ciò che ha creato qualche malumore è la scelta di Napoli come ambientazione: in realtà a far scattare l’indignazione, più che un banale videogioco, dovrebbe essere l’immagine che quotidianamente giornali e tv danno della città.