Tra Bersani, Renzi e Vendola Peppe Maiello come candidato alle primarie del Pd. Trent’anni, laureando in Giurisprudenza e portavoce del Pd di Sant’Anastasia, comune del vesuviano alle porte di Napoli, Maiello ieri ha avuto i suoi quindici minuti di celebrità.
Direttamente dalla rete è nata la sua candidatura, con tanto di blog perpassione.facciopolitica.com , video su youtube e hashtag “#xpassione” su Twitter.
“Sento il bisogno (e il dovere) morale di contribuire alla crescita comune. Prima di tutto perché credo che la passione politica non si compri. C’è bisogno di persone vere e di forti principali morali”. Con queste parole il candidato ha giustificato la sua discesa in campo.
Nel corso della giornata la notizia è rimbalzata rientrando su Twitter tra i trend topic, ovvero tra gli argomenti più cinguettati, e guadagnandosi anche dei lanci di agenzia. Peccato, però, che fosse una notizia finta. La palla si era talmente ingigantita che i giovani del Pd hanno dovuto fare marcia indietro e dichiarare il loro vero intento. Maiello, infatti, che non ha nessuna esperienza politica si è prestato al gioco dei giovani di Frattocchie 2.0. Sono i militanti del Pd, riuniti alla festa nazionale in corso in questi giorni a Reggio Emilia, che hanno partecipato al camping formativo sui nuovi media. L’obiettivo era proprio quello di dimostrare che con pochi strumenti e un’idea si può fare rumore.
“Vantaggi e limiti dei social network sono stati studiati e sperimentati sul campo, attraverso l’individuazione di temi centrali nell’agenda politica, di iniziative comunicative, e anche nella creazione di un finto-candidato (vero-militante) e la costruzione ad hoc, in pochissime ore, di una vera e propria campagna a sostegno della sua candidatura per le primaria del Pd. – Alla fine di questa full-immersion resta la consapevolezza dell’importanza di un giusto e professionale utilizzo dei nuovi media, affinché l’informazione e la partecipazione prodotti nelle piazze virtuali siano reali”.
Come sempre la rete si divide e diventa contraddittoria. Non tutti l’hanno presa bene e proprio su Twitter c’è chi ha parlato di perdita di credibilità del Pd, m c’è anche chi ha gridato al successo. Al momento l’unica cosa che emerge è la facilità con cui anche le cose finte, i cosiddetti fake, diventano credibili e che di alternative non ce ne sono.
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