Torna prepotentemente alla ribalta Scampia: l’ultima faida di camorra ha riacceso i riflettori su un quartiere sempre più abbandonato a sé stesso e rifugio preferito per la criminalità organizzata. Mentre magistratura e forze dell’ordine sono impegnate a porre un freno alla lotta tra i clan camorristici, si riattiva il dibattito sul futuro delle Vele con visioni diverse tra il sindaco De Magistris e il soprintendente ai Beni architettonici e paesaggistici, Stefano Gizzi.
Se il primo cittadino ha annunciato l’avvio della procedura per l’abbattimento degli edifici, il soprintendente è sostenitore della loro valorizzazione e del loro valore di patrimonio culturale. Così restando le posizioni è facile intuire che presto si arriverà a uno scontro, se De Magistris dovesse mantenere fede all’impegno assunto di prendere una decisione entro anno sull’abbattimento delle vele: “A mio parere – le parole del sindaco – devono essere abbattute tutte tranne una, che dovrà essere destinata ai volontari che operano sul territorio”.
La volontà di De Magistris non coincide con quella di Gizzi, secondo cui le Vele devono essere tutelate e valorizzate in quanto patrimonio della città. Il soprintendente non ha cambiato idea rispetto al 2010 quando chiedeva all’allora sindaco Iervolino “un’eventuale dichiarazione di interesse culturale per il complesso storico-architettonico-urbanistico delle Vele”, come ricordato sulle pagine del ‘Mattino’.
Da allora sono passati due anni e Scampia è ancora un quartiere in mano alla camorra, un luogo dove lo Stato non riesce ancora a far valere la sua legge, in una battaglia quotidiana da vincere ad ogni costo: con o senza l’abbattimento delle Vele.