La calda estate calcistica dei tifosi napoletani ha riservato loro una sorpresa davvero poco gradita. Sotto l’ombrellone muniti di radiolina, radunati nei bar, sui lidi e persino nei cinema, i tifosi del Napoli aspettavano la Super Coppa di Pechino, come l’occasione ideale per continuare a prendersi gioco dei bianconeri sulla scia dei festeggiamenti per la Coppa Italia, che a malincuore rimarrà l’unico trofeo vinto in una stagione che oggi ha visto una delle conclusioni più amare che si potessero immaginare. Settimane intere a preparare il macht da parte dei calciatori, giorni di trepidazione e fibrillazione da parte dei tifosi, giorni e giorni di preparativi, aste per i diritti tv, con il grande circo del calcio che sbarca in Cina, invadendo le strade ed i centri commerciali, entrando nella vita delle persone con manifesti giganti che pubblicizzano l’evento. Numeri da capogiro e negozi di merchandising che incassano soldi a palate, stadio gremito fino all’ultimo sediolino. Tutto è pronto, ma stavolta al posto di una partita di calcio, va in scena il festival del falso d’autore. Chi si aspettava di assistere ad una partita di calcio, ha goduto solo a metà, dopo aver visto un primo tempo interessante nel quale le squadre hanno giocato, affrontandosi senza timori reverenziali e mettendo a segno anche tre reti. Al ritorno dagli spogliatoi però, qualcosa è cambiato e la partita di pallone è mutata. Il grande e bello spettacolo del calcio, si è trasformato in una grande parodia di se stesso e soltanto agli occhi distratti del pubblico cinese, questo non poteva manifestarsi. La rabbia agonistica, gli sforzi ed il sudore sulle maglie degli azzurri, a nulla son serviti di fronte ad un destino già scritto e deciso da occulte regie che tirano le fila del grande baraccone da circo, nel quale questo sport si è trasformato. Troppo evidente per non capire che la Juve doveva vincere il trofeo, quasi come fosse necessario restituire lustro, o ricambiare il torto subito dal club bianconero, investito dal ciclone calcioscommesse e che ha perso temporaneamente il suo allenatore. Una vittoria in diretta mondiale per dimenticare e cancellare l’onta della squadra truffaldina che va avanti con magheggi e combine.
Merito anche al grande protagonista, l’arbitro Mazzoleni: un rigore alquanto dubbio e due espulsioni che fanno rabbrividire (senza contare quella di Mazzarri), invece che risanare la posizione della Juventus hanno al contrario aumentato i dubbi che affollano le menti degli sportivi italiani, gettando nuove ombre sul prossimo campionato.
Disertata la premiazione. Un gesto forte, duro, una protesta decisa per far capire (in diretta mondiale) il proprio dissenso nei confronti del sistema calcio. Un gesto plateale al quale, siamo sicuri, solo il presidente poteva pensare. Un gesto che non resterà impunito, ne siamo certi, ma non possiamo non essere in sintonia e solidali con la squadra, condannata al ruolo di agnello sacrificale nel nome di interessi ben più forti.
Tutto sommato è stato un buon Napoli, che ha tenuto bene il campo, attaccando con ordine e andando in vantaggio due volte. In gran forma Cavani e Pandev, con Marechiaro a rimorchio e Maggio sulla corsia di destra che hanno offerto spunti interessanti, dando soprattutto prova di essere pronti per il campionato e l’Europa League. C’è ancora da lavorare sulla difesa, dove Britos, ma anche lo stesso Fernandez, sembra abbiano bisogno di rodare meglio i loro movimenti. Peccato che le scelte di Mazzarri abbiano relegato il piccolo talento nostrano Lorenzo Insigne, al triste ruolo di spettatore dalla panchina. Forse Mazzarri aveva dei cambi in mente, ma le dinamiche della partita poi lo hanno portato a dover fare scelte differenti. Sta di fatto che al di la del risultato, quello che brucia è il modo con cui si sia costretti a perdere una partita che avrebbe potuto regalare un’altra gioia sportiva e rendere indimenticabile l’estate dei tifosi napoletani.
Tutto è sfumato e rinviato al prossimo campionato di calcio dove il Napoli potrà consumare e gustare la propria spietata vendetta.