Una data che non uscirà mai dalla memoria di chi ama i colori azzurri: 1 agosto 1926, nasce il Napoli. Ha inizio in quel caldo giorno di 86 anni fa la storia della società partenopea, un’avventura fatta di successi e rovinose cadute, incubi diventati realtà e sogni acciuffati grazie anche alla spinta di una città che non ha mai smesso di innamorarsi della propria squadra.
Da Attila Sallustro a Luis Vinicio, da Omar Sivori a ‘core n’grato’ Altafini, il presidente Ferlaino e ancora gli indimenticati capitani Antonio Juliano e Beppe Bruscolotti e, infine De Laurentiis e Lavezzi con la risalita dagli inferi che ha reso più gustosi i successi degli ultimi anni: tanti i personaggi che hanno fatto diventare speciale la storia azzurra. Poi c’è Lui, il Dio del pallone napoletano, il genio che ha portato il Napoli lì dove mai era arrivato prima dell’epopea magica: Diego Armando Maradona.
Il Pibe de Oro occupa un posto di prestigio nella cassetta dei ricordi azzurri, ridurre però la storia del Napoli agli anni fantastici dell’argentino sarebbe riduttivo: le 86 primavere tinte di azzurro sono tutte da ricordare, tutte portano con sé un ricordo, un sorriso, una lacrima, un’emozione che unisce il tifoso alla propria squadra. Il Napoli è così, si ama quando vedi Paolo Cannavaro alzare al cielo la quarta coppa Italia della storia azzurra, ma ancora di più quando guardi Fabio Cannavaro uscire dal campo in lacrime per la retrocessione in serie B.
Essere innamorati del Napoli significa accettare venti anni di attesa per alzare un trofeo, ma essere sicuro che ogni domenica ci sarà un’emozione da vivere; non aver la certezza di lottare per vincere la Champions League, ma quella che lo stadio sarà sempre pieno, anche una partita di serie C contro il Cittadella. Ecco, per una passione così è difficile trovare le parole giuste e allora molto meglio un semplice: buon compleanno, Napoli.