I comitati civici dell’area flegrea dicono no alle trivellazioni: in una conferenza stampa tenuta ieri, cittadini e personalità del mondo scientifico hanno spiegato la loro contrarietà ai carotaggi del ‘Campi Flegrei Deep Drilling Project’. I comitati ritengono che dietro alle trivellazioni ci sia un’iniziativa privata che punterebbe alla costruzione di una centrale geotermica; la contrarietà è sostenuta anche sul piano scientifico da esperti che ritengono “le trivellazioni pericolose senza un piano di emergenza”.
“Siamo davanti a un Vulcano che è dieci volte più pericoloso del Vesuvio – afferma Tina Nunziata, geofisica della Federico II -, di lavori in una zona che in un anno ha registrato 37 eventi sismici di lieve entità. I fluidi idrotermali nel sottosuolo possono sprigionare sostanze tossiche e venendo in superficie provocare bradisismo e scosse di terremoto”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Giuseppe Matrolenzo, vulcanolodo dell’Osservatorio vesuviano secondo cui “esperimenti di questo genere hanno provocato in passato esplosioni violente, senza conseguenze solo perché fatti lontani dai centri abitati. Qui poi, manca completamente il piano di emergenza per tutta la zona, lo si attende dal bradisismo degli anni Ottanta, nonostante siano stati spesi milioni di euro per effettuare gli studi”.
Prova a smorzare le polemiche il sindaco De Magistris secondo cui “non ci sono motivi di allarme per la prima parte del ‘Campi Flegrei Deep drilling project’“. Il primo cittadino ritiene il progetto “un fatto positivo” perché “la geotermia è una grande risorsa per la nostra città”, ma afferma anche che seguirà con attenzione tutti i dubbi e che non “sarà sottovalutato nulla e non farà fatto nulla che abbia anche solo lo 0,01% di rischio per la popolazione”.