L’Aurelio furioso: dopo il calendario, tocca alla Supercoppa attirare le ire del patron del Napoli. Se nella serata di giovedì De Laurentiis aveva fatto capire di non aver apprezzato troppo l’esito del sorteggio e in particolar modo la sfida con la Roma nell’ultima giornata di campionato, questa volta è la finale di Pechino a essere bersaglio dell’invettive del presidente azzurro.
Dopo aver battagliato la scorsa primavera per farla disputare in terra cinese, luogo ideale per attirare sponsor e nuovi investimenti in tema di marketing, De Laurentiis ha scoperto a meno di due settimane da Juventus-Napoli le difficoltà e i disagi a cui saranno sottoposti gli atleti partenopei e ha iniziato un giro di telefonate per far giocare la Supercoppa in Italia.
Alla base del dietrofront del presidente azzurro ci sarebbe sì l’incidenza delle trasferta cinese sulla preparazione della squadra alla prossima stagione, ma anche motivazioni extra-campo. In primo luogo la protesta dei tifosi del Napoli che hanno tappezzato la città di manifesti di dissenso e non hanno certo lesinato accuse e insulti a De Laurentiis; poi i rapporti difficili con le istituzioni cinesi che non hanno consentito al Napoli di organizzare la Dragon Cup, torneo amichevole con due squadre orientali, che avrebbe portato diverse centinaia di migliaia di euro nelle casse azzurre.
Ricevuto il no, De Laurentiis avrebbe deciso di mandare all’aria la Supercoppa e avrebbe telefonato prima ad Andrea Agnelli poi alla Lega Serie A per modificare il programma: l’idea del numero uno del Napoli è una doppia sfida in Italia, ma difficilmente potrà essere realizzata. Motivi economici (ci sarebbe una penale da pagare agli organizzatori cinesi) e organizzativi (le trasferte sono ormai già programmate e la Juventus ha rinunciato a una tournée negli Usa per poter andare in Cina) rendono quasi impossibile l’idea di De Laurentiis: il patron però non si arrende, preannuncia battaglia e annuncia che lui a Pechino comunque non metterà piede.