Sette milioni di donne nel 2011 hanno subito un episodio di violenza, una su tre tra i 16 e i 70 anni; sessanta invece le donne che hanno perso la vita in episodi simili: queste le inquietanti statistiche dell’Istat sulla violenza sulle donne. Una piaga difficile da arginare, anche perché è spesso tra le mura domestiche che si consuma la violenza e tante volte non c’è la denuncia.
Prova a trovare un rimedio il consiglio regionale della Campania ha approvato ieri all’unanimità la legge sulla violenza di genere. Percorsi di asssistenza, servizi territoriali integrati, istituzione di un osservatorio regionale e sostegno all’associazionismo: questi i capisaldi di una normativa che l’aula ha voluto dedicare ad Alessandra Sorrentino, la 26enne di Palma Campania, uccisa qualche giorno fa dal marito.
Con la nuova legge, le donne avranno la possibilità di entrare in un percorso di assistenza clinica e psicologica in strutture pubbliche; ci sarà inoltre l’osservatorio regionale della rete antiviolenza che servirà a delineare un quadro più chiaro del fenomeno, visto che in Campania mancano dati certi: gli unici sono quelli del centro antiviolenza dell’ospedale San Paolo di Napoli, che tra il 2010 e il 2011 conta un centinaio di casi di violenza sulle donne. Numeri però per forza di cose parziali, visto che non tengono in considerazione le vittime che si sono recate in altre strutture ospedaliere e quelle che invece non hanno denunciato la violenza. La nuova legge pone inoltre grande attenzione al mondo dell’associazionismo: “Le associazione che per anni hanno svolto un’azione indispensabile ed efficace -afferma il consigliere regionale del Pdl Bianca D’Angelo al ‘Mattino’ – , avranno uno strumento per continuare la loro opera in maniera ancora più incisiva”.