È conosciuta in tutto il mondo, per lei arrivano studiosi da ogni continente interessati a scoprire i segreti del Mediterraneo: la stazione zoologica Anton Dohrn conquista tutti, tranne il governo italiano. Nella bozza sulla spending review, il decreto taglia spese al vaglio dell’esecutivo Monti, c’è, infatti, la soppressione dell’Istituto: ci aveva già provato Giulio Tremonti due anni fa, ricevendo il no netto di Napolitano, ci riprova ora il governo dei tecnici e questa volta la missione dovrebbe andare a segno.
Fondata nel 1872, attualmente la stazione zoologica Anton Dohrn è un ente pubblico di ricerca vigilato dal ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca: nonostante sia tra i maggiori enti di ricerca mondiali nel settore della biologia marina e dell’ecologia, sembra ormai prossima alla chiusura. Se il governo dovesse realmente approvare la soppressione, per salvare l’Istituto servirebbe solo un intervento dell’Università che dovrebbe trovare i fondi per far andare avanti da sola la stazione zoologica; visto però che la scure di Monti è arriva anche qui, con 200 milioni di tagli, l’impresa sembra davvero di quelle impossibili.
Ne è consapevole anche Enrico Alleva, da neanche un anno alla guida della Anton Dohrn: “Pensavo di aver scongiurato il pericolo e invece…– è il suo commento al ‘Mattino’ -. Nell’aria si percepiva qualcosa così ho avuto colloqui a Roma, dove mi è stato assicurato che il taglio non ci sarebbe stato. Trovo però strano che siano stati salvati altri enti, come quello di Trieste”. Toccherà a lui cercare i fondi per fare andare avanti l’Istituto: “Voglio capire prima che margini di recupero ci sono. Continuerò a fare di tutto per invogliare gli insegnanti a portare i loro alunni da noi: la divulgazione scientifica è un pilastro di democrazia e un dovere morale”.