La quiete del lungomare liberato, il caos di piazza Garibaldi: due facce della stessa città, due luoghi simboli di una Napoli che cerca di cambiare portandosi dietro però i problemi di sempre. Assenza di sorveglianza, scarsa illuminazione, pochi cassonnetti per la differenziata: il panorama offerto dalla piazza dove sorge la stazione centrale è sempre lo stesso, un quadro in cui diventa sempre più difficile vivere.
La denuncia arriva dagli albergatori che lamentano un differente trattamento per questa zona della città rispetto al ‘salotto buono’ di Napoli: “Qui si pensa solo al lungomare – le parole di Antonio Lettera, General Manager di Starhotels Terminus al ‘Corriere del Mezzogiorno’ -, piazza Garibaldi sembra che non interessi più a nessuno”.
Eppure qualche segnale di ripresa c’era stato pochi mesi dopo l’insediamento della giunta De Magistris a Palazzo San Giacomo: ad agosto è stata emanata l’ordinanza con cui si imponeva ai commercianti ambulanti di liberare i marciapiedi davanti alla Stazione, è stato istituito un presidio fisso e uno mobile di polizia municipale ed è stato chiesto all’Asìa di pulire le strade anche tre volte al giorno. Provvedimenti che hanno funzionato per qualche mese, poi da aprile in poi, con l’arrivo in città della Coppa America, si è tornati al caos di sempre: “Con l’America’s Cup gli uomini sono stati spostati a presidio della Ztl e a piazza Garibaldi la situazione è tornata come prima. Ci sono nuovamente ambulanti, malavita organizzata barboni”. A questo si aggiungono i cantieri, ormai da tempo presenti in piazza, con la fine dei lavori della Linea 1 della metropolitana che slitteranno di un paio di anni: un disagio che qui si è disposti a sopportare purché piazza Garibaldi smetta di essere una “strada di periferia, dove la sera c’è il coprifuoco”.