A trent’anni dal massacro di Ponticelli potrebbe venir fuori una nuova verità. Era il 2 luglio del 1983 quando nella periferia a Est di Napoli furono scoperti i corpi i Barbara Sellini e Nunzia Munizzi. Le due bambine, rispettivamente di 7 e 10 anni, vennero uccise a coltellate, seviziate e poi i loro corpi bruciati e gettati in un canalone. Per questo duplice delitto furono condannati all’ergastolo Giuseppe La Rocca, Ciro Imperante e Luigi Schiavo.
Oggi i tre mostri hanno scontato 27 anni di carcere e dal 2010, grazie alla riduzione di pena, sono liberi con osservanza di obblighi. I loro legali, però, sono pronti a chiedere l’assoluzione perchè pronti a dimostrare una nuova verità. Gli avvocati Eraldo Stefani, Ferdinando Imposimato e Francesco Stefani vogliono ottenere la revisione del verdetto, assurgendo nuove prove e testimonianze che dimostrerebbero che i tre condannati avrebbero un alibi .
Gli avvocati avrebbero rintracciato nuovi testimoni, mai ascoltati dagli inquerenti all’epoca dei fatti, che proverebbero che i tre accusati non si trovavano a Ponticelli all’ora del delitto. Inoltre, la nuova indagine difensiva sposterebbe l’orario del duplice omicidio intorno alla mezzanotte e non alle 20,30 come indicato all’epoca. La corte di appello di Rome nei prossimi giorni si dovrà pronuniciare sulla richiesta di revisione e, in seguito, si potrà procedere con la fase rescissoriadel processo penale di revisione.