Ancora Gomorra al centro delle indagini dei pubblici ministeri della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli: le rivelazioni di un ex attore, Bernardino Terracciano, hanno nuovamente spostato l’attenzione sulle presunte pressioni esercitate dal clan dei Casalesi durante le riprese del film tratto dal romanzo di Roberto Saviano.
Le affermazioni di Terracciano hanno spinto i magistrati a sentire nuovamente Matteo Garrone: così venerdì nelle stanze della Procura di Napoli è andato in scena l’interrogatorio bis del regista, fresco vincitore della palma d’oro a Cannes con ‘Reality’. Davanti ai pm Giovanni Conto e Cesare Sirignano, del pool anticamorra guidato dal procuratore aggiunto Federico Cafiero De Raho, Matteo Garrone è stato messo davanti alla deposizione spontanea fatta qualche giorno prima dal Terracciano, che in Gomorra ha recitato la parte di ‘Zi Bernardino’.
L’ex attore ha raccontato di un blitz effettuato nei primi giorni di riprese da alcuni ragazzi in scooter che infastidirono la troupe: lo stesso Terracciano chiese spiegazioni e capì che la spedizione era stata ordinata dal boss Alessandro Cirillo. Proprio per questo Garrone e il produttore, insieme a Terracciano, avrebbero incontrato il boss, allora latitante. Dopo l’incontro con Cirillo non ci furono più problemi sul set, anzi la produzione venne scortata da due giovani in moto. Questo e altri punti sono ora al vaglio degli inquirenti: i pm vogliono vederci chiaro e capire cosa ha portato a far diventare l’ambiente intorno al film da ostile a favorevole. La produzione e il regista smentiscono estorsioni e pagamenti di denaro, ma gli inquirenti vogliono andare fino in fondo e per farlo verificheranno probabilmente i compensi di attori e comparse per assicurarsi che siano stati in linea con il mercato.