È sfida tra pubblicità sessiste a via Marina. Posti uno accanto all’altro, sono in bella mostra un sedere di una danzatrice di lap dance che pubblicizza l’apertura di una sala giochi e due modelle vengono sedotte da un anziano signore per una compagnia di navigazione.
I cartelloni 6×3 hanno attirato l’attenzione dell’UDI, Unione Donne in Italia sezione di Napoli, che hanno segnalato le pubblicità per farle rimuovere. Le pubblicità giocano sulle forme del corpo femminile, in maniera del tutto esplicita, per far arrivare un messaggio che con il corpo delle donne non ha nessun riferimento.
La pubblicità della sala giochi ritrae una spogliarellista di spalle con il lato b in primo piano e una cintura lampo al posto della biancheria intima. Lo slogan recita: “Lei ce l’ha….la Fortuna….e Tu?.” Di fianco per TTTLines c’è un uomo anziano vestito da capitano che stringe a sé due belle ragazze, che ammiccano in maniera provocante.
La compagnia di navigazione non è nuova a messaggi provocatori e anche negli anni scorsi ha incentrato le proprie campagne pubblicitarie sul corpo femminile. Gli automobilisti e i passanti ricorderanno ancora la pubblicità in cui veniva ritratto il busto di una donna che si copriva il seno con le mani, che simbolicamente indicavano il Vesuvio e l’Etna ma resi così vicini grazie ai collegamenti offerti dalla compagnia.
Solo poche settimane fa nella stessa posizione era stata segnalata un’altra pubblicità offensiva. In questo caso l soggetto della campagna erano dei pneumatici arricchiti da una ragazza di spalle e perizoma appoggiata a una colonna di gomme per automobili.
Sulla pagina Facebook dell’Udi, la portavoce dell’associazione Stefania Cantatore ha reso noto che è stata chiesta la rimozione dei cartelloni, ma che tra l’ingiunzione e il ritiro a volte i tempi si allungano fino a quando non scade la campagna affissionale. “Ma non avevamo ancora imparato alcune cose: che l’ingiunzione va trasmessa anche ai concessionari degli spazi, i quali senza alcun danno economico possono rimuovere le pubblicità, perchè l’ingiunzione è un atto vincolante. – aggiunge – La pervicacia del pubblicitario di TTTLines, ma anche dell’azienda committente è sorprendente: sul sito le pubblicità vecchie dichiarate scorrette sono esposte come trofei”