Ormai ci siamo: il Comune ha stabilito le aliquote base dell’Imu che sanno inserite nel bilancio di previsione. Per la prima casa sarà dello 0,5, mentre la stangata ci sarà sulla seconda casa con il 10,6: oggi potrebbe esserci la chiusura definitiva del documento programmatico, dove con ogni probabilità sarà inserita anche l’Irpef progressiva, con aumenti per chi ha redditi superiori ai 45mila euro.
Proprio sull’Imu si è avuto il durissimo attacco del sindaco De Magistris che al portale dell’Anci (associazione nazionale comuni italiani) ha rilasciato parole di fuoco: “Gli enti locali sono diventi ammortizzatori sociali nazionali o gabellieri di Stato. Sono utilizzati come strumenti per fare cassa. L’Imu -afferma per il primo cittadino – è una tassa immorale, che siamo costretti a imporre alle nostre comunità, ma le cui entrate ci sono sottratte per essere versare nelle casse dello Stato“. De Magistris però non ci sta e annuncia: “Se il governo non cambierà marcia, saremo costretti a valutare azioni di protesta a difesa della democrazia, che si basa sulla certezza dei diritti”.
La proposta del sindaco di Napoli è di rivedere il meccanismo Imu “affinché le entrate siano attribuite ai comuni perché le investano sul territorio e ci sia una separazione tra la quota statale e quella municipale, in modo da rendere l’imposta più leggera”. Intanto però, restando così le cose, il Comune non ha potuto far altro che fissare aliquote Imu elevate, soprattutto per la seconda casa, considerato anche i tagli di oltre 200 milioni di euro e il fatto che nelle casse comunali entrerà soltanto il 50% dell’Imu, mentre l’altra metà finirà allo Stato.