Discarica di Chiaiano: mancano all’appello i fondi destinati alla bonifica. C’è incertezza sul futuro dell’ex invaso, realizzato nel 2008 nella cava dell’ex Poligono e chiusa nel dicembre scorso. La Procura di Napoli ha scoperto che il progetto originario per la realizzazione della discarica non ha un capitolo che riguarda la chiusura. Di conseguenza, non essendo stata prevista a monte la chiusura e la relativa bonifica all’epoca non fu assegnata anche la relativa copertura finanziaria.
La discarica è tornata nell’occhio del ciclone negli ultimi mesi. Proprio la Procura non ha permesso la riapertura del sito, anche se nel piano rifiuti regionale per il 2013 è stata ricollocata Chiaiano per il conferimento di 50 tonnellate annue di frazione umida stabilizzata.
Il buco per l’opera di bonifica è di oltre 20 milioni di euro, necessari per la messa in sicurezza dell’invaso e la conversione dell’area per renderla di nuovo utilizzabile dal punto di vista urbano. La bonifica di Chiaiano, infatti, è necessaria per il progetto di riqualificazione urbana del Parco della Collina dei Camaldoli, che si affaccia sulle cave di tufo. Il Parco dovrebbe diventare un’area di divertimenti, immersa nel verde. L’area rappresenta anche uno dei pochi polmoni verdi rimasti in città. Senza la bonifica, però, non si possono reperire i fondi per il progetto. Un cane che si morde la coda, insomma, perché al momento non ci sono i fondi né per l’una né per l’altra cosa.
Si tratta di una bella gatta da pelare per la Regione, su cui pende anche la scure dell’Unione Europea. Entro il 30 giugno, infatti, è attesa una risposta per risolvere la questione rifiuti e il Ministro dell’Ambiente Clini ha già precisato le sue intenzioni. Se l’Europa multerà l’Italia, il Paese multerà la Campania, per cui sarebbe prevista un’ammenda di mezzo milione di euro al giorno fino a che non verrà presentato un piano risolutivo.
Il destino di Chiaiano è ancora incerto, perché mentre ora la cava è dormiente non è ancora esclusa l’ipotesi di riaprire per recuperare la frazione umida proveniente dallo Stir di Caivano. Ma tutta l’area a nord di Napoli non dorme serena. C’è ancora da individuare la zona per l’inceneritore. Se non dovesse passare l’ipotesi di Napoli Est, potrebbe toccare al comune di Giugliano poco distante dalla cava di Chiaiano.