Nessun pizzo pagato alla camorra per girare il film ‘Gomorra‘: Matteo Garrone smentisce le rivelazione del pentito Oreste Spagnuolo, secondo cui il regista avrebbe versato ventimila euro al boss Alessandro Cirillo per ottenere il via libera alle riprese della pellicola tratta dal libro di Roberto Saviano. Ieri pomeriggio, come riporta ‘Il Mattino’, Garrone è stato ascoltato dai pubblici ministeri della Direzione distrettuale antimafia di Napoli in merito alle dichiarazioni di Spagnuolo: parole quelle del pentito che sono state smentite, almeno in parte, dal regista.
Garrone ha, infatti, negato di aver pagato il pizzo per Gomorra, ma ha confermato di essere andato a casa di Cirillo, quando questi era agli arresti domiciliari: “sono andato a casa di Cirillo – il succo delle dichiarazioni rese dal regista davanti ai magistrati – ma non sapevo che era agli arresti domiciliari. Andai lì perché me lo chiese Bernardino Terracciano, attore sia in Gomorra che in L’imbalsamatore (altro film di Garrone), non ero solo e non si parlò di soldi”.
Le parole di Garrone sono opposte quindi a quelle riportate da Spagnuolo, anche lui interrogato ieri: il pentito ha ribadito la sua versione dei fatti, ovvero che per girare Gomorra fu pagato il pizzo e ha aggiunto anche altri particolari, come ad esempio che i Casalesi non erano a conoscenza che il film in questione fosse tratto dal romanzo di Saviano. Spagnuolo racconta, infatti, che si era parlato di un film sulla guapparia e che se avessero saputo l’origine del film non avrebbero mai autorizzato le riprese. I magistrati ora vogliono fare chiarezza a andare fino in fondo in una storia che mischia camorra e Gomorra, realtà e cinema.