Continua la protesta dei lavoratori dell’ex cooperativa “Vesuvio, Natura e Lavoro”, che hanno deciso di manifestare in cima Vesuvio. Ieri i sei lavoratori hanno passato la notte su uno spuntone di roccia del Cratere e non hanno intenzione di andarsene.
Gli altri soci della cooperativa presidiano la zona intorno al cratere e hanno portato durante la notte cibo e bevande ai manifestanti. Il presidio potrebbe allargarsi, poiché anche un gruppo di ex lavoratori. Uno di loro ha dichiarato l’intenzione di rimanere rifugiati sul cratere del Vesuvio fino a che non ci sarà una comunicazione ufficiale sulla vertenza.
I sei lavoratori tornano a protestare dopo un mese circa. Lo scorso Aprile si erano calati per 10 metri all’interno del cratere del vulcano partenopeo, perchè era scaduta la mobilità in deroga. Il tira e molla tra gli operai e la cooperativa dura dal 2008.
Intanto sul Vesuvio non ci sono gli unici lavorati in rivolta. Un altro gruppo di 230 dipendenti ha occupato il tetto della fabbrica dove lavorano. Succede ad Acerra dove la Simmi, che produce cablaggi e schermi di aerazione per i treni, ha già da tre anni la maggior parte dei suoi dipendenti in cassa integrazione e ad agosto si temono i primi licenziamenti.
Un gruppo di lavoratori è entrato in assemblea permanente, occupando il tetto dell’azienda che si trova nella zona Asi di Casoria, per riottenere commesse dall’AnsaldoBreda. Ieri alcuni di loro hanno minacciato di lanciarsi nel vuoto e la protesta è fissata ad oltranza. L’azienda ha fatto richiesta di concordato preventivo per far scattare i licenziamenti. Alcuni dipendenti, invece, hanno costituito una srl chiedendo che gli siano affidate delle commesse per poter continuare la produzione.