Gomorra non conosce pace: il film tratto dal libro di Roberto Saviano è ora al centro di rivelazioni di parte di Oreste Spagnuolo, killer dell’ala stragista dei Casalesi guidata Giuseppe Setola, ora pentito. Secondo il collaboratore di giustizia, ritenuto attendibile dai pm della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, Matteo Garrone avrebbe pagato ventimila euro per poter girare il film senza problemi. Spagnuolo parla anche del film ‘L’imbalsamatore’ girato dallo stesso regista a Castelvolturno e nel qual recitò Bernardino Terracciano “uno dei nostri” come afferma lo stesso pentito, intascando otto mila euro.
Secondo quanto affermato dal collaboratore di giustizia, accusato della strage di Castelvolturno, Garrone avrebbe incontrato Alessandro Cirillo, ‘o sergente, vice di Setola per poter effettuare le riprese: “Prima di cominciare a girare il film – le parole di Oreste Spagnuolo, riportate da ‘Il Fatto Quotidiano’ – il regista andò a casa di Cirillo, che all’epoca era ai domiciliari, per mettersi d’accordo. Garrone gli mandò ventimila euro e le riprese andarono avanti senza problemi”.
A fare da tramite tra Cirillo e il regista è stato proprio Terracciano che ebbe una parte sia nell’Imbalsamatore che in Gomorra, prima di essere condannato per associazione camorristica. Lo stesso Spagnuolo ha confermato al quotidiano diretto da Antonio Padellaro che per girare il film era necessario pagare il pizzo, cosa peraltro già emersa nel libro “Confessioni di un killer” di Daniela De Crescenzo, giornalista del ‘Mattino’; Garrone invece, interpellato dal ‘Fatto’, non ha voluto rilasciare alcun commento in merito, ma nelle prossime settimane sarà ascoltato dalla Procura del capoluogo partenopeo.
I commenti sono chiusi.