Un sequestro di beni da oltre 100 milioni di euro è in atto da questa mattina nei confronti di un imprenditore operante nel napoletano: gli agenti della Guardia di Finanza del capoluogo campano stanno mettendo i sigilli a un patrimonio composto da 150 immobili. L’accusa nei confronti di Nicola Di Maio è quella di usura: le fiamme gialle della Compagnia di Casalnuovo di Napoli, Gruppo Torre Annunziata, stanno eseguendo un decreto emesso dal Tribunale di Nola.
Secondo gli inquirenti l’imprenditore napoletano avrebbe accumulato il suo ingente patrimonio prestando soldi ad alcuni sui colleghi, tra cui molti autotrasportatori, applicando un tasso di interesse usuraio, del 50%. Tra i beni sequestrati dalla Guardia di Finanza ci sono appartamenti, alberghi, locali commerciali, automobili di lusso, quote societarie e conti correnti.
I sequestri sono in corso tra Campania e Lazio e comprendono anche due centri sportivi a Sabaudia, le quote di due società alberghiere e una Jaguar XJ200 rarissima (esistono 287 esemplari) dal valore di mezzo milione di euro. Alcuni dei beni riconducibili a Nicola Di Maio sono intestati alla moglie e alla figlia dell’imprenditore. Le indagini hanno avuto inizio circa due anni fa, dopo una denuncia di un autotrasportatore che era finito nelle maglie del sistema usuraio di Di Maio: la vittima nel giro di poco tempo aveva accumulato un debito di circa 600mila euro nei confronti dell’imprenditore.
Nel corso delle indagini sono stati anche sequestrati in precedente oltre 2 milioni di euro. A favorire la scoperta del sistema usuraio sono state anche le dichiarazioni dei titolari dei rapporti commerciali instaurati dall’uomo, tutti garantiti con cambiali.
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