Anche Napoli si unisce alla giornata mondiale contro la vivisezione e Green Hill: oggi, 8 maggio, il mondo scende in piazza per protestare contro la vivisezione degli animali e contro Green Hill, vero e proprio lager dove soffrono animali innocenti.
Gli attivisti di tutto il mondo si riuniranno davanti ad ambasciate e consolati italiani per dare un segnale al governo del nostro paese: Green Hill deve essere chiuso e deve essere approvato un emendamento che sancisca il divieto di allevamento di cani, gatti e primati per la sperimentazione. La scelta del giorno è ricaduta sull’8 maggio, poiché domani presso la XIV Commissione del Senato verranno presentati gli emendamenti al testo dell’articolo 14 per il recepimento della Direttiva Europea sulla sperimentazione animale: gli attivisti vogliono quindi accendere i riflettori sulla tematica per spingere i senatori a compiere la scelta giusta.
Anche Napoli come detto parteciperà alla giornata mondiale contro Green Hill: l’appuntamento è alle ore 10 davanti alla Prefettura dove avrà luogo un presidio spontaneo, mentre durante tutto l’arco della giornata i Verdi Ecologisti raccoglieranno firme contro la vivisezione. “Domani sarà una giornata molto importante -spiegano il commissario regionale dei Verdi Ecologisti Francesco Emilio Borrelli ed il responsabile diritti degli animali del Sole che Ride Vincenzo Sepe – perché in Commissione verranno presentati gli emendamenti al testo dell’articolo 14 per il recepimento della Direttiva Europea sulla sperimentazione animale”.
I rappresentanti dei Verdi parlano poi della situazione in Campania e mettono in risalto un altro dato: “In Campania ci sono 10 strutture sanitarie tra pubblico e privato che dichiarano di utilizzare animali per la ricerca scientifica o per testare dei farmaci. L’8 maggio sarà anche una giornata di sensibilizzazione per i doveri dei padroni: per dare un segnale forte contro i maltrattamenti nella nostra regione che purtroppo è ai primi posti abbiamo deciso di costituirci parte civile nei processi contro il ladri che rapiscono i cani chiedendone il riscatto ai proprietari. Il nuovo fenomeno è stato battezzato ‘cane di ritorno’ ed è in grande crescita sui nostri territori”.
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