Rc Auto, no alla tariffa unica nazionale: a Napoli si continuerà a pagare di più

La tariffa unica nazionale delle Rc Auto non ha avuto neanche il tempo di vedere la luce ed è stata spazzata via dall’interpretazione del Ministero dello Sviluppo economico: niente uguaglianza tra nord e sud per le assicurazioni, visto che nei differenti territori esistono diversità nel rischio incidenti. È questo il succo di una nota inviata dal ministero presieduto da Corrado Passera all’istituto per la Vigilanza sulle assicurazioni private e di interesse collettivo (Isvap). L’interpretazione fa riferimento all’articolo 32 della legge numero 27 del 2012 dove è previsto che “per le classi di massimo sconto, a parità di condizioni soggettive e oggettive, ciascuna delle compagnie assicurative deve praticare identiche offerte”.

La norma è stata intesa in maniera generale come l’istituzione di una tariffa nazionale unica per gli “automobilisti virtuosi”, ma dal ministero dello sviluppo economico è arrivata invece la doccia gelata: le norme sono nate per contrastare “gli aumenti indiscriminati e ingiustificati in alcune aree del territorio”, scrive il Mse, “ma non certo quelli di una parimenti ingiustificata redistribuzione di oneri secondo un malinteso criterio mutualistico che, derogando in modo radicale dall’ordinario legame fra condizioni oggettive e soggettive di rischio e misure tariffarie, determini un livellamento nazionale delle tariffe”.

In pratica l’interpretazione del ministero annulla l’istituzione della tariffa unica nazionale, tanto da far dire al responsabile della Federconsumatori Campania, Rosario Stornaiuolo: “Se l’articolo, così come interpretato, non cambia nulla, per quale motivo è stato inserito nella legge? Noi siamo convinti invece che l’articolo ha apportato una modifica sostanziale nel metodo di calcolo della tariffa assicurativa ed inviteremo i cittadini a denunciare la mancata applicazione del profilo unico nazionale per la prima classe”.  Una presa di posizione che mira ad evitare aumenti della Rc Auto a Napoli, dove i consumatori dovranno già fare i conti con prezzi più alti per le nuove accise decise dalla Provincia e l’incremento delle imposte di registro.

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