Ieri mattina per l’ennesima volta, i cittadini di Quarto sono scesi di nuovo in strada per far sentire in maniera inequivocabile, il loro dissenso, nei confronti del progetto omicida di cava Castagnaro. Non basta infatti, il rinvio di due settimane per la riunione del Comitato Ordine e Sicurezza, i cittadini vogliono subito lo stralcio immediato del sito dal piano rifiuti. Le istituzioni prendono tempo e questo non piace ai manifestanti, che hanno già partecipato al gioco del rimando e delle false speranze messo in atto in questi mesi. Persone che in questi giorni si son viste militarizzare un territorio, con camionette dei carabinieri e della polizia, elicotteri che sorvolavano a bassa quota la zona del presidio e da ultimo agenti in borghese che si insinuano tra i presidianti durante le loro riunioni. I cittadini non si sentono più protetti da nessuno, visto che lo stato che dovrebbe tutelarli, li spia e li accerchia. L’altra sera ad esempio, alcune persone hanno forzato i locali della Consulta dei Giovani di Quarto. Non si sa bene chi possa essere stato, ma i ragazzi ricordano bene che pochi mesi fa, ci fu un altro tentativo smascherato dai ragazzi stessi. La cosa drammatica e che gli autori dell’effrazione erano agenti in borghese. Il gioco di nervi però non spaventa nessuno, anzi al contrario fa crescere nei cittadini la rabbia e la voglia per una difesa ancora più forte della propria salute e soprattutto di quella delle generazioni future e le dimissioni dell’ing. Giovanni Perillo, responsabile unico del procedimento per la realizzazione della discarica del Castagnaro, sono un segno tangibile dell’assurdità del piano di Vardè.
Ancora in migliaia. Ancora una volta migliaia di persone in strada e con loro anche il sindaco di Quarto Giarrusso, ma stavolta con una meta precisa: andare a svegliare i cittadini di Pozzuoli. Quarto chiama, Pozzuoli non sente. Questa sembra essere la realtà dei fatti, perché il Castagnaro in realtà appartiene al comune di Pozzuoli, anche se insiste sul territorio quartese. La maggioranza dei puteolani non sentono proprio quel polmone verde a ridosso della via Campana e quindi non vede la necessità di lottare per il problema. Cosa diversa sarebbe se domattina Vardè decidesse di aprire una discarica in un luogo più vicino alla città; in quel momento di sicuro i puteolani scenderebbero in piazza.
Invasione di Pozzuoli. Di questo in poche parole si è trattato, di una enorme e pacifica invasione che ha avuto lo scopo di sensibilizzare i residenti della cittadina costiera, che però sono sembrati fin troppo disinteressati all’argomento. Eppure camminando per le strade puteolane, si ha la sensazione che la raccolta differenziata non esista e che i cittadini quasi non sentano nemmeno il bisogno di chiederla. I quartesi invece non la pensano così e hanno deciso di portare il loro messaggio direttamente ai puteolani, attraverso un corteo che ha percorso più di dieci chilometri, partendo dalla Montagna Spaccata, fin giù al porto. Donne, uomini, anziani e giovani, tutti uniti ancora una volta. Nei momenti di difficoltà di una comunità spesso quello che serve è la coesione e la solidarietà tra la gente comune ed a Quarto questo lo hanno capito da tempo ormai, da quando l’anno scorso si lottava allo stesso modo per difendere cava Spinelli ed è un peccato che a Pozzuoli non lo capiscano, perché fin quando verrà messo in pratica il terribile gioco delle discariche, nessuno potrà mai sentirsi al sicuro e non è detto che in futuro non possa coinvolgere i puteolani più da vicino.
La protesta dunque a Quarto andrà avanti fino a quando non si abbandonerà l’opzione Castagnaro e si riveda una volta e per tutte l’intero ciclo di gestione dei rifiuti nella provincia di Napoli, attuando definitivamente quella svolta ecologista che ponga fine all’avvelenamento delle terre e di intere comunità.