Sul caso Deiulemar i creditori dicono no alla proposta di concordato preventivo avanzato dalla società. Ieri sera si è svolto a Ercolano l’incontro dei soci del comitato civico “Noideiulemar”, formato da alcune delle 13 mila famiglie coinvolte nel crac finanziario della compagnia di navigazione campana. Durante l’assemblea si è discusso della proposta di accordo preventivo avanzato dalla Deiulemar, che prevede il rimborso del 52% dell’importo dei rispettivi crediti. Secondo la società, che in questi giorni è stata oggetto anche di un’istanza di fallimento al Tribunale di Torre Annunziata da parte di un suo creditore per un debito di 230 mila euro, le condizioni proposte sono le migliori possibili. Non ci stanno, invece, i creditori che tramite i legali Augusta Palomba e Fabio Ciarletta, che hanno avuto mandato legale dal comitato, hanno ribadito il no all’accordo ma di essere intenzionati a procedere per vie legali per accertare tutte le responsabilità penali legate al fallimento dell’azienda, chiedendo anche il sequestro preventivo di tutti i beni.
Il caso Deiulemar è scoppiato a fine febbraio scorso, quando gli investitori sono diventati ad un tratto creditori. Nell’azienda di navigazione campana hanno investito circa 13 mila famiglie che negli anni hanno investito una cifra pari a 700 milioni di euro. Purtroppo l’azienda è diventata insolvente, non pagando più gli interessi ai propri investitori, che ora rischiano di vedere polverizzati i risparmi di una vita investiti in una realtà tutta a carattere locale. Si parla, infatti, di piccoli investitori, soprattutto pescatori, residenti nelle zone vesuviane come Torre del Greco, Torre Annunziata ed Ercolano. Molti di loro hanno anche lavorato per la compagnia stessa, come pescatori e membri dell’equipaggio.
I cittadini creditori sono pronti ad andare fino in fondo a questa storia e non sono mancate in queste settimane numerose manifestazioni in piazza. Ma la situazione, dal punto di vista, è complessa. La Deiulemar avrebbe contratto circa un miliardo di euro di debiti su cui sta indagando la Guardia di Finanza di Napoli e la Procura della Repubblica di Torre Annunziata. Le autorità stanno anche facendo accertamenti su eventuali passaggi di capitali all’estero, con trasferimenti dei fondi della società su conti bancari in Lussemburgo e altri paradisi fiscali, attraverso una passaggio di fondi per società terze.
In seguito all’assemblea dei soci, riunitasi il 17 e 18 aprile scorso, la Deiulemar ha fatto sapere che il capitale attivo al momento di 171 milioni di euro contro i 320 milioni che dovrebbero rientrare nelle tasche degli investitori. Di qui la proposta di concordato preventivo, che rimborserebbe di circa il 50% del capitale versato chi è stato coinvolto nella vicenda, così distribuiti: il 23% in contanti ricavati dalla vendita dei beni della società e la restante parte in obbligazioni e azioni della società.
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