Contraddizioni tutte italiane: dopo i tanti casi di pensioni di invalidità assegnate a chi sta in perfetta forma, c’è anche chi cieco e sordomuto dalla nascita si vede negata l’indennità dall’INPS. Il piccolo Ciro ha sette anni e da quando è stato messo al mondo non vede e non sente nulla: giornate senza luci né suoni e senza neanche poter camminare per un grave ritardo motorio.
Ci sarebbe solo da aiutarlo e invece la burocrazia ha deciso di fare a lui, e ai suoi genitori, un brutto scherzo: da quattro anni l’Inps di Nola non gli riconosce l’assegno di accompagnamento. L’istituto previdenziale, infatti, non lo considera invalido al 100% e ha riconosciuto soltanto l’indennizzo per la cecità: circa 500 euro al mese negate in una situazione per la famiglia già difficile. La documentazione della richiesta presentata dai genitori perché gli venisse riconosciuta anche la sordità si è persa e ora a decidere sull’accompagnamento dovrà essere il tribunale di Nola, con la prossima udienza fissata a ottobre.
Una situazione assurda che si complica ancora di più vista la già precaria situazione familiare: il papà, infatti, è stato costretto a cedere la macelleria di famiglia stretto tra la camorra e gli usurai a cui aveva chiesto denaro per poter pagare il pizzo. Ferdinando Colombrino, 43 anni, non riusciva più a sostenere i duemila euro mensili che doveva versare e così ha deciso di chiudere e denunciare tutto alla magistratura. Una scelta coraggiosa che però si è scontrata con il destino che ancora una volta gli ha voltato le spalle: a ottobre ha avuto un ictus ed è stato costretto a lasciare il supermercato dove aveva trovato lavoro. Un destino a cui la burocrazia italiana avrebbe potuto indicare la strada giusta e invece si è persa come la richiesta d’indennità presentata dai genitori del piccolo Ciro.