“Se non ora quando?”: la domanda che ha fatto slogan al movimento trasversale sceso in piazza lo scorso anno per reagire contro l’immagine delle donne e delle istituzioni veicolata dall’ex presidente del Consiglio Berlusconi, calza a pennello per la vicenda Bagnoli-Coppa America. Originariamente in programma proprio nella zona occidentale di Napoli, la competizione velistica prenderà il via invece tra qualche giorno sul Lungomare di Napoli: un evento che sta calamitando su di sé l’attenzione del mondo, che avrà un effetto benefico sull’immagine della città e che, soprattutto, fa muovere un notevole giro d’affari.
Le cifre raccontano di una spesa di circa venti milioni di euro a fronte di previsioni di entrate tre volte maggiori: si parla di oltre settanta milioni di euro di introiti derivanti dall’organizzazione delle World Series dell’America’s Cup. Numeri importanti, che testimoniano come non sia stato un errore puntare su tale evento, polemiche e difficoltà organizzative a parte; numeri però che raccontano anche di come per Bagnoli sia stata l’ennesima occasione persa.
La storia è nota ai più: annunciate in pompa magna come l’occasione per il rilancio del quartiere, martoriato da anni di inquinamento e incuria, anche le due tappe della Coppa America si sono ben presto rivelate una chimera per Bagnoli e i suoi desideri di rinascita, spenti sotto la spinta di inchieste e bonifiche mai completate. La virata verso via Caracciolo è stata l’ennesima delusione per una delle zone più belle, ma anche più malmesse della città. L’immagine data oggi da Bagnoli è quella di un doppio fallimento: quello industriale, così ben rappresentato dai resti dell’acciaieria che ancora permangono nella zona, e quello della rinascita più volte promessa e mai realizzata. Venticinque anni di progetti, milioni di euro di finanziamenti e le solite discussioni che frenano il rilancio: dalla colmata a mare alla bonifica ancora da completare, da oltre due decenni non si parla d’altro ma nei fatti poco è cambiato.
Opere pensate e mai realizzate, ma anche opere completate che aspettano solo di essere messe in funzione, l’organizzazione dell’America’s Cup era l’occasione giusta per dare concretezza a progetti che continuano a non vedere la luce: le regate potevano essere il traino per dare finalmente nuova linfa a un quartiere che ha tutto per diventare l’immagine di Napoli nel mondo. Invece ancora una volta i progetti rimangono tali e le uniche imbarcazioni che hanno solcato il mare dove un tempo sorgeva l’Italsider sono state quelle della Giggin Vitton CAP, manifestazione goliardica che facendo il verso alle World Series ha riportato l’attenzione sulla necessità della bonifica di Coroglio. Così, con il vento della coppa America (quella vera) che soffia davanti Castel dell’Ovo, per Bagnoli resta solo l’eco di una domanda che non trova risposta: “Se non ora, quando?”.
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