Il governo ha deliberato lo scioglimento dei comuni di Casal di Principe, Castel Volturno e Casapesenna per i condizionamenti da parte della camorra: il via libera al provvedimento, atteso da giorni, è arrivato questa mattina dopo le verifiche effettuate dalle commissioni di accesso del ministero dell’Interno sulle infiltrazioni della criminalità organizzata.
Per il Comune di Casal di Principe, già affidato a un commissario prefettizio dopo le dimissioni di consiglieri comunali e sindaco a seguito dell’inchiesta ‘Il principe e la scheda ballerina’ che vede coinvolto anche il parlamentare del Pdl Nicola Cosentino, si tratta del terzo scioglimento per camorra dal 1991.
Il primo arrivò proprio agli inizi degli anni 90 e porta la firma di Vincenzo Scotti, allora alla guida del Viminale: la decisione, datata 30 settembre 1991, arrivò dopo che un blitz delle forze dell’ordine che arrestarono a casa dell’assessore Gaetano Corvino i boss Francesco Schiavone e Francesco Bidognetti, mentre Mario Iovine riuscì a sfuggire alla cattura. Alla guida del comune c’era l’ingegnere Alessandro Diana. Il secondo scioglimento, firmato Giorgio Napolitano, arrivò il 23 dicembre 1996 a seguito dell’operazione ‘Spartacus’ che portò all’arresto di centinaia di affiliati al clan del Casalesi. Sindaco era allora Vincenzo Corvino, arrestato nel 2011 con l’accusa di essere un fiancheggiatore di Antonio Iovine.
Anche il comune di Castel Volturno era già guidato da un commissario prefettizio, dopo che nel settembre 2011 si dimisero 15 consiglieri comunali su 20. Vicenda analoga anche a Casapesenna dove le dimissioni dei consiglieri arrivarono in seguito all’arresto del sindaco Fortunato Zagaria, poi scarcerato. Tutti i tre comuni erano alla vigilia delle elezioni amministrative, che ora saranno più svolte.