Alla vista degli agenti della sezione Narcotici della squadra Mobile ha provato a fuggire, ma è stato bloccato: è finita così, dopo due anni, la latitanza di Pasquale Scognamiglio, ritenuto uno degli esponenti del clan Lo Russo. Su di lui pende un provvedimento di pena detentiva emesso dalla Procura della Repubblica di Napoli a un anno, cinque mesi e 29 giorni con un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dalla Corte di Appello di Napoli, con la quale vengono tolti gli arresti domiciliari ed è disposta la custodia cautelare in carcere.
Scognamiglio è stato intercettato alle forse dell’ordine a bordo di un’autovettura, a Melito: per il tentativo di sottrarsi all’arresto è stato anche denunciato per resistenza a pubblico ufficiale. Secondo gli inquirenti, l’uomo, che tra qualche giorno compirà 44 anni, aveva il compito di rifornire il clan di cocaina attraverso alcuni esponenti dei Di Lauro. Le indagini hanno inoltre evidenziato che Scognamiglio negli ultimi tempi aveva instaurato legami con alcuni esponenti del clan Amato-Pagano: in particolare aveva rapporti con Antonio Caiazza (“Chiummariello”), anche lui arrestato recentemente.
Ed è finita la fuga anche di Domenico Lo Russo, fratello del boss di Secondigliano, Salvatore: scappato dalla comunità dove stava scontando una pena di due anni per detenzioni di armi, è stato fermato da carabinieri della compagnia di Castello di Cisterna in via Scaglione, a Napoli. Senza documenti, Domenico Lo Russo quando ha visto i militari non ha apposto resistenza e ha immediatamente rilevato la sua identità: l’uomo era evaso il 2 aprile dalla comunità ‘La Sorgente’ di Miano dove era agli arresti domiciliari.