È un Lunedì dal sapore amaro per i giocatori e la società tutta, per non parlare dei tifosi, che alla vigilia di questa delicata partita assaporavano il sapore dell’impresa. Nulla di fatto, partita persa e nessuna festa all’aeroporto, dove il Napoli è tornato direttamente in nottata dopo l’incontro. Noi li abbiamo incontrati in Tangenziale in un’area di servizio, perché alcuni avevano dei taxi che li aspettavano. Tutti avvolti in un silenzio funebre, facce tese e nessuna possibilità di avvicinarsi.
Una partita, quella con la Juve, che affonda le sue radici in un lontano passato, fatto di grandi sfide tra numeri dieci. Oggi tornare a casa da Torino, dopo aver incassato tre reti, di cui l’ultima segnata dall’ex Quagliarella, fa davvero male perché ieri sera si è visto un Napoli incapace di effettuare anche il passaggio più elementare.
Le tante palle buttate in avanti, alla ricerca dei tenori persi nella prateria dello Juventus Stadium, sono l’emblema di una partita nella quale il Napoli non è mai entrato in gioco. Privi di fantasia, privi di idee e soprattutto privi di voglia. Sembra quasi che il famoso orgoglio partenopeo, quello che ti faceva stringere i denti e lottare fino alla “zona Napoli”, si sia esaurito e si sia sgretolato dinanzi ai colpi di una Juve, che non ha per nulla dominato in lungo ed in largo, ma che comunque ha dato prova di grande solidità e compattezza, macinando lentamente gioco e passando in vantaggio in modo un tantino fortunoso.
Solo un tempo. Il Napoli ieri sera si è visto concretamente solo venti minuti nel primo tempo, quando ha tentato una timida reazione al forcing bianconero, che però non ha mai portato a nulla di realmente pericoloso per la porta difesa da Gigi Buffon. Eppure quando Hamsik è arrivato fin davanti la porta juventina allungandosi troppo la palla, dopo uno splendido uno-due realizzato in un fazzoletto di terra con il Pocho, era possibile ancora nutrire delle speranze su un risultato finale diverso, perché il Napoli aveva iniziato a giocare. Invece tutto si è concluso li, nessun altro brivido, nessun sussulto e solo tanta amarezza.
Scelte difficili. Dopo la partita Mazzarri ha ammesso che Hamsik è sceso in campo influenzato e quindi non ha giocato al meglio. Dopo venti minuti circa ti capita di perdere anche Maggio per un riacutizzarsi di un problema muscolare rimediato con il Chelsea e che forse non è stato completamente risolto al meglio. Viene facile dire, con il senno di poi, che Mazzarri sia stato un po’ avventato nelle sue scelte e che forse si poteva riorganizzare la squadra e dare spazio a Pandev dal primo minuto e magari inserire subito Dzemaili al posto di Maggio, rimodellando la squadra in corsa, cosa che avrebbe mandato in crisi lo schieramento tattico di Conte. Le sostituzioni sono arrivate quando ormai era troppo tardi, ma non per il risultato, che era ancora sull’uno a zero, ma perché il Napoli aveva già gettato la spugna ed allora capita che un giocatore come Dzemaili, che fino a ieri stava facendo tanto bene, perda una palla in mezzo al campo, permettendo alla Juve di raddoppiare con un fantastico goal di Arturo Vidal. Il resto è storia conosciuta, perché alla fine, come ciliegina su una torta già di per se amara, arriva il terzo goal, firmato Quagliarella, che non ha esultato, ma possiamo immaginare cosa abbia pensato dopo aver posto la parola fine alla partita.
Una partita che si è rivelata una sofferenza anche per noi che l’abbiamo seguita in modo diverso dal solito, perché ospiti della trasmissione televisiva di Canale 9 “Tutti in campo secondo noi”. Un esordio televisivo, quello della nostra redazione sportiva, che però non si è concluso come tutti noi avremmo voluto. Purtroppo il calcio è fatto anche di questi momenti, al di la della superstizione. Non si vince sempre e ci sono infiniti modi di perdere una partita. Avremmo preferito vedere un Napoli diverso e più aggressivo, ma non è stato così. Forse i ragazzi sono scesi in campo con la consapevolezza che il terzo posto è sempre li a portata di mano, dopo la sconfitta della Lazio e quindi si sono rilassati un po’. Adesso bisogna ritornare al lavoro, perché sabato sera ci aspetta un’altra dura partita proprio contro una Lazio che non sta attraversando un buon momento in campionato e forse, senza troppa presunzione, sarebbe proprio il caso di approfittarne.
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