I cittadini di Quarto nuovamente in strada per affermare con forza il no alla discarica sul Castagnaro. Una lunga marcia che ha attraversato tutta la cittadina flegrea. Una folla oceanica, quasi ventimila persone, che pacificamente ha manifestato il proprio dissenso. Un fiume di persone, che non intendono piegarsi ad una decisione che, come sempre in Italia, viene calata dall’alto, senza tener minimamente conto sia del parere dei cittadini sia delle possibili ripercussioni che una discarica ingoia rifiuti può provocare su di un territorio intero.
Lutto cittadino. Una cosa che a Quarto non si era mai vista e che non può che esser di conforto a chi da mesi sta portando avanti la protesta, vivendo praticamente notte e giorno sul presidio nei pressi della cava scelta per la discarica. Tutti i negozianti sin dalla mattina hanno chiuso i loro negozi, bloccando tutte le loro attività, unendosi al corteo, partito dal cuore di Quarto, piazza Santa Maria. Ferme anche tutte le scuole, con i ragazzi e le loro insegnanti anche loro in strada per difendere un bene comune come la salute della propria terra. Da una storia di immondizia non ci aspetta mai di ricavarne qualcosa di buono, invece Quarto è riuscita a smentire. Tra la gente di questa cittadine flegrea, lontana dal caos della metropoli, circondata da dolci colline vulcaniche, la gente ha ritrovato un valore inestimabile: il senso di fratellanza che unisce tutti dai bambini, agli anziani, per giunta scesi anch’essi in strada, per difendere la loro terra, quella che per anni hanno coltivato, prima che il dio cemento invadesse anche le periferie dei centri maggiori.
Ragione e sentimento si fondono nella lotta di un popolo che vuole affermare i propri diritti e non vuole cedere allo sporco ricatto dei giochi di potere e dei compensi esorbitanti di chi viene chiamato a decidere per gli altri, si parla infatti di 250.000 euro di compenso al responsabile del procedimento per l’apertura della discarica, soldi che in momenti di crisi come questo, potrebbero essere investiti diversamente, magari, rivalutando il polmone verde del Castagnaro, come vorrebbero fare alcuni cittadini quartesi, che proprio in quei luoghi vorrebbero realizzare delle coltivazioni biologiche. Due modi diversi di guardare al Castagnaro, uno dettato da buon senso e rispetto dell’ambiente, l’altro frutto di anni di logiche affaristiche che adesso costringono i cittadini di varie zone nella provincia di Napoli a subire e pagare lo scotto di amministrazioni scellerate.
Solidarietà. Quella che si è vista ieri è stata dimostrazione di rispetto e di vicinanza nei confronti di chi lotta, perché in strada non c’erano solo quartesi. In strada c’erano anche cittadini di altri comuni flegrei e di altri presidi ambientalisti di altri territori caldi, che hanno già fatto i conti con una discarica, un inceneritore ed altre nefandezze simili. Cresce sempre di più, da parte di chi ci è già passato, il desiderio di essere solidale con chi è costretto a vivere con l’incubo discarica sulla testa. Una sorta di legame invisibile che continua ad unire genti di posti diversi e che finisce per ritrovarsi negli stessi luoghi, cercando di metter finalmente in pratica una svolta ecologista e di buon senso, utile a tutti e che ha come fine ultimo la salvaguardia dell’ambiente e del futuro dei propri figli.
Coraggio Quarto, adesso sai di non essere sola!