Parte dalle pagine del settimanale Oggi l’autodenuncia dell’ex sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino. In un’intervista esclusiva della quale sono state diffuse alcune anticipazioni al Mattino, l’ex ministro degli Interni discetta su come i ritardi dei pagamenti dello Stato alle imprese abbiamo in realtà alimentato, e quindi aiutato, la camorra e i suoi traffici.
La sconvolgente autodenuncia parte dal caso della morte di Giovanni Schiavon, imprenditore padovano suicidatosi per via della situazione economica gravissima nella quale versava la sua azienda, creditrice di oltre 200mila euro da parte di enti pubblici.
«Un’azienda – spiega la Iervolino – non può essere pagata con due anni di ritardo. O prende soldi a prestito o fallisce. E in tutti e due i casi ci sono le organizzazioni criminali pronte ad approfittarne». Naturalmente anche a Napoli le cose non funzionano che così e che la Iervolino conosce molto bene: «Le banche non brillano per generosità – continua l’ex sindaco – e se l’imprenditore vuole indebitarsi chiede i soldi a chi li ha, ossia la camorra, che attraverso l’usura riesce a riciclare enormi quantità di danaro. Se invece una ditta non riesce ad andare avanti e fallisce, libera spazio per le aziende collegate alla malavita, che non hanno problemi di soldi e anche se lo Stato paga a due anni vengono alimentate dai proventi delle attività criminali».
Anche durante l’amministrazione della stessa Iervolino, durata dal 2001 al 2011, gli imprenditori versavano in una situazione pari merito disastrata come quella attuale, un caso questo noto sia al sindaco che a tutto l’entourage: «Li ho incontrati gli imprenditori che chiedevano aiuto – ricorda la Iervolino – lo dicevano chiaro e tondo che erano costretti a gettarsi nelle braccia della camorra. Ma noi più che buone parole non eravamo in grado di dare. E il risultato non ha tardato a manifestarsi nelle liste di aziende candidate agli appalti del Comune. All’inizio del mio mandato capitava che per ogni appalto la Prefettura escludesse una ditta per infiltrazione camorristiche. Alla fine ne escludeva tre o quattro. Segno che la camorra si era infiltrata nel tessuto delle imprese».
Fra i vari argomenti toccati durante l’intervista, c’è anche l’inevitabile domanda su cosa l’ex sindaco pensa del nuovo primo cittadino, Luigi De Magistris. La Iervolino, a quanto pare, non si scompone troppo, ma definisce De Magistris come “un ragazzo promettente” nel senso che “promette tanto”. Inutili tutti gli altri commenti.