Nella testa ancora ci sono ancora i rumori di Capodichino, nelle gambe un po’ di fatica accumulata dopo l’impresa della notte di Champions, nello stomaco ancora i brividi per la consapevolezza di essere già entrati nella storia del Napoli. Questi gli elementi a nostra disposizione per introdurre l’insidiosa trasferta di Novara, nella quale stasera il Napoli è chiamato all’ennesima prova del nove. Archiviata la pratica Champions League, per qualche settimana ci si può concentrare solo sul Campionato e cercare di ridurre al massimo lo svantaggio dalle zone calde della classifica. Il presidente De Laurentiis, ha chiesto ai suoi uno sforzo supplementare e come dono di Natale vorrebbe nove punti in tre gare. Facile a dirsi, poiché sulla carta le sfide con Novara, Roma (in notturna al San Paolo) e Genoa, quest’ultima che vale come recupero della prima giornata, sono tutte alla portata dei ragazzi di Mazzarri.
Stasera davanti al Napoli, il Novara di Tesser si presenta con soli tre punti racimolati nelle ultime quattro partite e si può star certi che non scenderà in campo per essere la vittima sacrificale. Sono ben consapevoli della forza del Napoli, che arriva in Piemonte con una carica emotiva in più e soprattutto con la sensazione reale che ognuno è parte importante di un branco di leoni affamati.
Ieri Mazzarri in conferenza stampa ci ha tenuto a sottolineare anche questo aspetto: i suoi ragazzi si sentono parte di un’unica grande avventura, si sostengono e si rispettano l’un l’altro. Vedono nel loro allenatore non solo il loro grande generale, ma anche lo scudiero, il compagno di branda, un loro parigrado, quello che quando occorre suona la riscossa e si fa anche espellere, pur di darti uno scossone che ti faccia svegliare dal torpore. Mazzarri ne è consapevole e dal canto suo, non fa altro che elogiare quello che i suoi ragazzi fanno ogni partita. Su tutti, a completare un quadro già di per sé celestiale, c’è un presidente che gongola tra i fasti europei e che si diverte un mondo quando i suoi gioielli scorrazzano come cavalli nella Pampa, abbattendo le difese avversarie.
Quello che è mancato a questo Napoli in campionato è la continuità di rendimento, vuoi perché la Champions ti tira via tante energie, vuoi perché alcuni degli uomini in panchina non sono ancora al top della condizione, il che ti porta inevitabilmente ad incappare in qualche passo falso, quando non puoi mettere in campo il tuo undici titolare. Adesso con il rientro di Britos, il recupero di Pandev, la costanza di Dzemaili, a segno contro il Lecce, il sorriso ritrovato da Inler dopo la bomba di Villareal, sembra che a Napoli le cose si stiano rimettendo nella loro giusta collocazione. Senza dimenticare i tre tenori lì davanti che rappresentano una sicurezza. Perché l’organico al pieno della forma ti permette anche di far rifiatare i “titolarissimi”, avendo però la tranquillità che chi va in campo, può offrire lo stesso rendimento. Forse un piccolo ritocco a Gennaio sarebbe auspicabile, per avere la certezza della tranquillità, ma non sembra essere dello stesso avviso De Laurentiis, che ha già affermato di non voler intervenire in sede di mercato di riparazione.
Ritornando alla partita, al di là di chi scenderà in campo (Mazzarri deve ancora sciogliere parecchie riserve), ciò che conta è che il Napoli sia convinto di voler far sua la partita. Sarà fondamentale far leva sulle corde giuste per tener alta la guardia e non sottovalutare l’avversario, che comunque non è dei più temibili. La partita è ampiamente alla portata del Napoli e potrebbe rivelarsi anche più semplice del previsto, l’importante però è esserne convinti, senza affannarsi nel voler sbrigare la pratica in fretta e furia. Ci sono novanta minuti, nei quali il Napoli deve controllare l’avversario, gestire la palla e costruire gioco ed azioni, poi i goal verranno da soli, come inevitabile conseguenza. Il gruppo è compatto, il morale è alle stelle, adesso non resta che scendere in campo ed iniziare a confezionare il più bello dei regali per il Presidente e per i tifosi.
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