Durante il convegno “La politica contro le mafie” tenutosi al Castel dell’Ovo sabato scorso, 3 dicembre, lo scrittore Roberto Saviano ha voluto lasciare il proprio commento e pensiero attraverso un video. L’intervento proposto durante il convegno ragionava circa le potenziali risoluzioni per abbattere il giro di affari illegale prodotto proprio dallo spaccio di droga attraverso la liberalizzazione.
«Non si può contrastare il narcotraffico senza politiche di legalizzazione. In questo modo si sottraggono le droghe al mercato illecito per esser affidate al sistema delle farmacie. Questo però – prosegue Saviano – pone un quesito morale immenso: può lo Stato vendere cocaina, eroina e le droghe leggere? Una domanda che non ha una facile risposta, ma così non va».
La soluzione, per quanto seria e profondamente radicale, è soggetta a innumerevoli confutazioni, oltre che alla necessità di processarla al vaglio del pensiero e delle azioni eticamente intese. Però è anche vero che una situazione come quella attuale continua a generare un’economia parallela e latente, che ha tentacoli non solo fra i bassifondi sociali, ma anche fra le alte caste e nel mondo dello showbiz. Una soluzione del genere potrebbe quindi rivelarsi, così come suggerito dallo stesso scrittore, una deliberazione ottimale per stanare questo tipo di problema attraverso una legalizzazione statale e quindi una “distribuzione” della droga controllata a livello medico.
Sempre in riferimento all’economia che naviga sott’acqua grazie allo smercio illegale di sostanze stupefacenti, Saviano ha ricordato brevemente anche le conseguenze che possono scaturire da un simile procedimento: «Se il Messico, per esempio, rinunciasse al denaro proveniente dal narcotraffico perderebbe il 60% della sua ricchezza. Una grossa parte dell’economia italiana sarebbe compromessa se si decidesse di togliere la liquidità proveniente da questo settore, come da molti altri settori illegali».