Nessuna proroga, almeno per il momento: l’Unione Europea smentisce di aver accettato la richiesta presentata dal governo italiano di una proroga di due mesi per intervenire sulla questione rifiuti in Campania. A smentire le voci che sono circolate nello scorso fine settimana e che erano state confermate da una nota del ministro dell’Ambiente Corrado Clini è stato Joe Hennon, portavoce del commissario europeo all’ambiente Janez Potocnik. Hennon dichiara che “la commissione non ha ancora dato una risposta alla richiesta italiana di poter usufruire di altri due mesi per presentare all’Unione Europea il piano di gestione dei rifiuti a Napoli”; il portavoce di Potocnik non esclude la possibilità che la proroga possa effettivamente essere concessa, ma sottolinea come la decisione non sia stata ancora presa, anche se annuncia che la risposta arriverà a breve.
Ma la smentita che arriva da Bruxelles non è la sola notizia di giornata sul tema rifiuti: dopo l’accordo trovato nell’incontro di sabato tra Governo, Regione, Comune e Provincia di Napoli, insorge il sindaco di Giugliano. L’intesa siglata in Prefettura, infatti, prevede la realizzazione di un inceneritore nel comune dell’area nord occidentale della Provincia partenopea: a tale decisione si oppone Giovanni Pianese, primo cittadino di Giugliano, comune che ha già dato il proprio contributo sulla questione rifiuti ospitando oltre 40 discariche (legali e non), un impianto di tritovagliatura e un sito di stoccaggio di sei milioni di ecoballe.
Pianese ha chiesto un incontro urgente con il governatore Caldoro e ha invitato le istituzioni campane ha rispettare gli accordi già sottoscritti nei quali si stabiliva che Giugliano non avrebbe dovuto più ospitare alcun tipo di struttura. Ma l’intesa raggiunta sabato ha alimentato anche il fuoco di polemiche nei confronti di de Magistris: il sindaco di Napoli ha esultato parlando di “vittoria” e di scardinamento “dell’accordo del 2008 che prevedeva la costruzione di inceneritori a Napoli est e a Giugliano”. Le parole del primo cittadino però non sono piaciute all’assessore regionale all’Ambiente Giovanni Romano che si domanda se “il sindaco de Magistris che scrive sul web sia lo stesso che partecipa le riunioni”. Romano ritiene, infatti, che l’accordo sottoscritto sabato “prevede differenziata, discariche e impianti finali: il termovalorizzatore”.
Rincara la dose Peppe Russo, capogruppo del Pd in Consiglio Regionale: “Non fare il termovalorizzatore a Napoli non significa non farlo in altri comuni. Spero che il sindaco durante l’incontro abbia spiegato la necessità di realizzare l’impianto fuori città sulla base di argomentazioni tecnico logistiche. In caso contrario sarebbe imbarazzante il fatto che a Napoli il termovalorizzatore non si può fare, ma in altri posti sì“.
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