Dal 7 dicembre al prossimo 8 gennaio, la Galleria del Mare della stazione Marittima del Molo Angioino sarà teatro della mostra Presepi Napoletani del Settecento, realizzata dal Centro Permanente di Ricerche e Studi sul Presepe Napoletano in collaborazione con il Museo ARCA di Napoli (Museo d’Arte Religiosa Contemporanea).
L’esposizione verrà inaugurata il giorno 7 dicembre alle 17 con una conferenza sulle “Origini, storia e cultura” del presepe, che si terrà all’interno della Sala Dione del complesso marittimo. Alla conferenza parteciperanno Nicola Coccia, Presidente Terminal Napoli spa; Umberto Grillo, Presidente Centro di ricerche e studi sul Presepe Napoletano; Giuseppe Reale, ordinario di Storia dell’Oriente Mediterraneo Università di Salerno; il Professor Pasquale Giustiniani, Ordinario Storia dell’Oriente Mediterraneo Università di Filosofia Salerno; e Mimma Sardella, storico dell’arte Soprintendenza di Napoli. In collegamento skype interverranno, invece, lo scrittore Marcello D’Orta ed il rabbino della comunità ebraica napoletana Pierpaolo Punturello.
La mostra, curata dal direttore artistico del Centro Permanente di Ricerche e Studi sul Presepe Napoletano Umberto Grillo, esporrà circa 30 opere, tutte di grande pregio e realizzate da illustri artisti tra i quali spiccano Luciano Testa, Gianluca Buonocore, Susi Gatto, Luigi Baia, Vincenzo Ammatura. Contemporaneamente, altre mostre gemellate con l’esposizione di Napoli ed organizzate sempre dal Centro Studi sul Presepe Napoletano si terranno a Ercolano, in Villa Campolieto e a Fisciano, presso le sale dell’Ateneo salernitano.
L’idea di questa mostra nasce dal desiderio e dalla volontà di far conoscere alle nuove generazioni l’arte presepiale, che non va considerata come mero artigianato locale, ma concepita come un grande patrimonio per la cultura di Napoli, nata da una vera e propria simbiosi fra la città e le tradizioni artistiche sviluppatesi durante l’epoca borbonica. Il presepe napoletano ha infatti una storia lunga ed affascinante, che si confonde a metà strada fra un passatempo, cui era solita dedicarsi l’alta borghesia del tempo, e la rappresentazione scenica, simile a quella che avviene su di un palcoscenico reale, di una storia di fede e di vita comune assieme, dove la Natività si confonde con la gente comune e quasi diviene un piccolo pezzo di un puzzle decisamente più ampio che è la vita.
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