All’interno della nuova classifica sulla qualità della vita nelle città italiane, Napoli non è più l’ultima della lista. Infatti il capoluogo partenopeo risulta in leggerissimo miglioramento rispetto al rapporto 2010 del Sole 24 Ore che vedeva la città al 107esimo posto, mentre per il 2011 Napoli risulta terz’ultima conquistandosi un non comunque ambitissimo 105esimo posto.
Nella graduatoria, inseriti anche gli altri capoluoghi campani: Avellino è il primo fra tutti, conquistandosi la 92esima posizione; 95esimo posto per la città di Salerno e 97esima Benevento. In coda Caserta, appena un gradino più su di Napoli, aggiudicandosi un triste 104esimo posto.
I parametri utilizzati nella definizione e nella stesura di questa classifica destano ogni anno le solite polemiche con chi sostiene che una città non possa essere giudicata in modo oggettivo sulla base di informazioni non perfettamente aderenti alla realtà, soprattutto per quanto riguarda i dati relativi all’occupazione, considerando la massa popolare semi informe che vive o sopravvive di lavoro nero. Ad ogni modo, ciò di cui si tiene conto per la realizzazione di tale classifica circa la qualità della vita, sono parametri specifici come il tenore di vita globale, la quantità dei servizi accessibili, l’ambiente, l’ordine pubblico, il tempo libero, ecc., tutti elementi che, da come facilmente si può evincere, non sono coralmente assoggettabili alla legge statistica dei numeri.
Dal rapporto però emergono anche interessanti evidenziazioni. Se da una parte il divario sulla qualità della vita è netto e quasi schiacciante fra capoluoghi del Nord e del Sud, dall’altro lato si assiste alla situazione salernitana, dove proprio la percezione circa qualità della vita da parte dei residenti è al primo posto fra tutte le altre città italiane interessate.
Nel complesso, pur avendo ottenuto un minimo miglioramento, Napoli risulta essere una città dove non si vive bene, dove, ad esempio, il livello di ricchezza pro capite fa scendere il capoluogo campano ancora una volta fra le ultimissime posizioni, insieme con Salerno e Messina, e dove solo il 38% dei giovani fra i 25 e i 34 anni riesce a trovare un lavoro e addirittura le donne lavoratrici sono meno del 20% sul totale potenziale.