Nel descrivere le sensazioni che sono scaturite dalla partita di ieri sera tra Napoli e Juve, si potrebbe utilizzare un ventaglio di stati d’animo che passano dalla felicità al dolore, dall’esultanza fino alla rabbia per aver sprecato un’occasione così. Tre a tre e tanto rammarico per una vittoria che alla fine del primo tempo era messa in tasca, che all’inizio del secondo tempo era stata messa di nuovo in discussione dal gol di Matri, lasciato completamente solo da una difesa che alle volte si perde in delle dormite clamorose. Poi di nuovo la gioia per il secondo gol di Pandev, doppietta per lui stasera e tanti fantasmi gettati via, e vittoria che sembrava ormai ad un passo a circa venti minuti dalla fine. Poi come nelle favole più belle, arriva sempre il momento di dramma che il Napoli ha vissuto in sette interminabili minuti, dal minuto settantadue, con il gol di Estigarribia, al minuto settantanove, quando Pepe (più fortuna che tecnica) mette dentro la palla del definitivo pareggio. Un incubo per i tifosi che anche stasera hanno riempito il San Paolo.
Che non sarebbe stata una partita facile, lo si era capito subito dall’atteggiamento tattico della Juve in campo da Conte, abile a cambiar faccia alla sua squadra a seconda delle circostanze. I bianconeri sono scesi in campo col piglio da capolista ed hanno iniziato ad impostare la partita a modo loro, tenendo il Napoli un po’ alle strette. Ma gli uomini di Mazzarri ci hanno messo dieci minuti a ritirare fuori le energie, che in questo periodo stanno utilizzando con il contagocce, visti gli impegni senza sosta.
Dieci minuti ed il Napoli ha iniziato a macinare campo, fino all’episodio del rigore su Lavezzi, trasformato da Hamsik e misteriosamente fatto ripetere o, meglio, che in altre circostanze non si sarebbe fatto ripetere. Da quel momento gli uomini di Mazzarri hanno iniziato a crederci davvero e così, in men che non si dica, prima Hamsik e poi il rinato Pandev, hanno portato il Napoli in vantaggio. Due a zero e fine primo tempo. Quando giochi però, contro una squadra in palla come la Juve, devi sperare che le energie ti durino fino alla fine, o almeno che non funzionino a fasi alterne. Due amnesie difensive, intervallate dal terzo gol del Napoli sempre con Pandev, hanno spianato la strada alla rimonta bianconera, completata da un breack di Pepe che, con un pizzico di fortuna, è riuscito a concludere a rete e battere De Sanctis. Eppure mancava davvero poco, bisognava solamente addormentare il gioco, tener palla e resistere venti minuti, come fanno le squadre che hanno esperienza. Non un torto ai ragazzi che sono stati comunque straordinari giocando una partita più di cuore che di gamba, un plauso a Pandev che stavolta non ha fatto rimpiangere l’improvvisa assenza del Matador, proponendosi finalmente come la reale alternativa all’uruguaiano. Peccato davvero per quelle praterie lasciate in occasione dei primi due gol della Juve, perché ieri sera è persa sì l’occasione di ridurre lo svantaggio a soli sei punti.
In compenso però si è visto un Napoli resistente, dato per sfavorito dall’improvvisa assenza del suo attaccante di razza, ma che invece ha tenuto testa alla Juve capolista, che solo con un gran secondo tempo è riuscita a rimontare. Perché con un Napoli così ci voleva solo la Juve migliore. Soddisfatto il Presidente per la gran bella partita alla quale ha assistito, un po’ meno Mazzarri per l’occasione sciupata, ma che ha però la consapevolezza che i suoi ragazzi stanno facendo gli straordinari da circa due mesi e, nonostante ciò, anche ieri sera hanno sfiorato l’impresa. Tutto sommato non c’è da rammaricarsi, perché nulla è definitivamente perduto, il campionato è ancora lungo e otto punti non sono un’enormità. L’occasione del riscatto potrebbe arrivare già sabato sera quando il Napoli ospiterà il Lecce per l’anticipo di campionato in vista della gara di Champions di mercoledì, nella quale si decide buona parte della stagione del Napoli.
Dopo tutto, come dice da tempo Mazzarri, i punti persi in campionato saranno il motivo dominante di questa stagione, perché la Champions è un impegno serio ed i suoi ragazzi non sono delle macchine. Nonostante questo, tutto lo stress e la stanchezza per le partite a raffica, gli azzurri, per nulla abituati a questo tipo di tensione agonistica, anche stasera hanno dato l’anima e questo i tifosi lo vedono. Bisogna solo avere pazienza, perché i frutti di questo raccolto saranno davvero prelibati.
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