La nuova frontiera dei social network può generare un po’ di confusione fra le intenzioni degli utenti e chi invece li guarda dall’esterno. Una semplice foto nel profilo che non è la propria, ma solo un omaggio ad un’amicizia fraterna, ha condotto ad un errata coesione fra immagine e realtà. É il caso questo di Luigi, un 17enne di Casalnuovo, che nel proprio profilo Facebook aveva non la sua foto, ma quella dell’amico del cuore Giuseppe Romano anche lui 17enne e deceduto in un tragico incidente la notte di sabato scorso a Ponticelli.
L’indomani sulle cronache dei giornali, Luigi ritrova la sua foto con accanto il nome dell’amico: l’errore era inevitabile, nessun giornalista poteva sapere dello scambio delle foto attuato dai ragazzi in segno di fratellanza. «In fondo – racconta Luigi – un po’ sono davvero morto anch’io. Giuseppe era venuto a chiamarmi per andare a ballare ma non mi sentivo bene e declinai l’invito. Poi è andata a finire come si sa. É il mio volto – continua il ragazzo – sul profilo Facebook, in tanti a scrivere a Giuseppe e guardare la mia faccia. Io, insomma, un po’ Giuseppe, un po’ Luigi».
Un malinteso al quale gli amici di Giuseppe e lo stesso Luigi hanno pensato di rimediare facendo stampare delle magliette con la vera faccia del giovane tragicamente scomparso per indossarle durante il funerale del ragazzo. Ma per farlo dovranno aspettare che la salma venga consegnata alla famiglia, in quanto attualmente si trova ancora presso l’ospedale di Loreto Mare in attesa che venga eseguita l’autopsia.
Una storia triste che però disegna un nuovo scenario della nostra società, dove la propria identità può essere facilmente camuffata e trarre in inganno, portando così ad interpretazioni errate che possono sfociare in ben oltre un semplice errore da parte di giornale.
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