Alla fine potrebbe averla vinta il sindaco De Magistris: l’inceneritore che doveva sorgere a Napoli est potrebbe essere spostato a Capua, almeno secondo quanto riporta l’edizione odierna de ‘Il Mattino’. La decisione non è ancora ufficiale, ma in Regione stanno vagliando anche questa ipotesi che, oltre a evitare la ferma opposizione dell’amministrazione comunale partenopea, permetterebbe anche di bilanciare la presenza degli impianti sul territorio: al momento, infatti, la Provincia di Napoli oltre al termovalorizzatore di Acerra, dovrebbe ospitare anche quello di Giugliano, che sarà utilizzato per bruciare i 6 milioni di ecoballe accatastati tra Taverna del re e Villa Literno.
Inserire anche un altro inceneritore sarebbe forse troppo: meglio quindi pensare alla realizzazione dell’impianto nella provincia di Caserta. L’area in cui dovrebbe sorgere il termovalorizzatore è stata già individuata e dovrebbe essere Capua: una zona strategica visto la vicinanza con la tratta autostradale.
Prima però di procedere con il nuovo piano bisogna avere il via libera dall’Europa: toccherà, infatti, all’Unione Europea dare il parere favorevole al nuovo progetto. Sulla Regione pende la spada di damocle delle sanzioni comunitarie per la cronica emergenza rifiuti e per i mancati interventi risolutivi. Prima di presentarsi all’Europa sarà necessario sistemare tutti i tasselli del piano che però si preannuncia irto di ostacoli; appena si è diffusa la notizia, infatti, le reazioni delle istituzioni casertane sono state negative. Il primo a gridare il suo no è stato Domenico Zinzi, presidente della Provincia di Caserta che ha annunciato “l’opposizione con ogni mezzo” a un progetto di cui “è stato tenuto all’oscuro”.
Una opposizione che contrasta con la linea da sempre portata avanti dall’area di riferimento di Zinzi (centrodestra) che è sostenitrice convinta della necessità di chiudere il ciclo dei rifiuti con la realizzazione degli inceneritori. Ora invece Zinzi si scopre un oppositore all’inceneritore e si allinea sulla posizione di De Magistris, che potrebbe essere il vero vincitore della querelle: se davvero l’impianto non sarà realizzato nell’area di San Giovanni a Napoli est, il primo cittadino partenopeo potrà veder realizzato il primo impegno preso in campagna elettorale. Dopo però sarà necessario fare passi avanti nella raccolta differenziata e nel complessivo ciclo dei rifiuti per fare in modo che il successo non si trasformi in un boomerang.
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