Tempo di vendemmia presso gli scavi archeologici di Pompei. Prosegue infatti il progetto, partito nel 1994 sotto la direzione della responsabile del Laboratorio di Ricerche Applicate, Maria Ciarallo, ed in collaborazione con l’azienda vinicola campana Mastroberardino, che ha permesso un singolare connubio fra archeologia e vino, sistemando filari di vite presso alcune aree del sito, precisamente in corrispondenza del Foro Boario, della Domus della Nave Europea e dell’Orto dei Fuggiaschi. E, proprio nella mattinata di ieri, turisti e curiosi si sono affollati dinanzi alle viti per assistere alla raccolta dei grappoli maturi che verranno poi vendemmiati per produrre l’etichetta del vino Villa dei Misteri.
L’antica colonia romana, aeva un culto particolare per la bevanda di Bacco e pertanto la produzione di uva e la conseguente vendemmia era un vero e proprio rito, così come confermato dalle fonti storiche giunte fino a noi. Il progetto, che oggi continua sotto la direzione di Elena Cinquantaquattro, rappresenta, fra l’altro, un modo per convogliare l’attenzione su di un sito storico – archeologico di grande importanza, ritornato sulle pagine dei giornali per una dichiarazione rilasciata dal consigliere delegato di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera, durante il suo intervento al convegno “Beni culturali, identità, crescita”.
Infatti Passera ha definito Pompei come «un motore di decine di milioni di visitatori» e il fatto che i resti dall’antica civiltà stiano man mano sgretolandosi non ha nessuna giustificazione valida dal punto di vista del consigliere. «Condivido la preoccupazione su Pompei espressa da Corrado Passera – si è affrettato a replicare Riccardo Villari, sottosegretario ai Beni Culturali – ma proprio in questi giorni bisogna riconoscere al ministro Galan e al Governo una netta inversione di tendenza nei confronti della cultura e del nostro patrimonio».
«Vorrei ricordare che in questo momento di crisi, – ha aggiunto – proprio il Ministero dei Beni Culturali è stato l’unico a non subire tagli, anzi, nel disegno di legge di stabilità sono state fissate 168 nuove assunzioni, di cui 25 destinate a Pompei. Per quanto riguarda poi le risorse, voglio sottolineare che, se c’è una cosa che non manca sono i soldi: basti pensare che ci sono circa 500 milioni di residui passivi. Dobbiamo dunque, da parte nostra, supportare le soprintendenze affinchè siano messe in condizione di spendere ed utilizzare al meglio questi soldi». «È infine di queste ore – conclude Villari – la notizia che gli uffici della Commissione Europea hanno giudicato completa la documentazione inviata per ottenere l’assegnazione di 105 milioni di euro da destinare a Pompei, soldi che ci permetteranno di avviare nuovi progetti di restauro e di messa in sicurezza del sito».
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