Ci sarebbe anche l’amianto polverizzato proveniente dalla bonifica dell’area dell’ex Italsider di Bagnoli tra i rifiuti tossici che sarebbero stati versati negli scorsi anni in una vasta area del casertano, compresa tra Castel Volturno e Villa Literno: è quanto emerge dalle indagini condotte dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli sullo smaltimento illecito di rifiuti. Questa mattina la Squadra Mobile di Caserta e il Corpo Forestale del Comando provinciale di Napoli hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo di aree che negli anni scorsi sono state utilizzate come discariche abusive, con lo sversamento di rifiuti speciali, quali materiali di risulta dell’edilizia e, come detto, sostante tossiche.
Il sequestro si riferisce alle indagini nate dopo le dichiarazioni di Tammaro Diana, uno dei componenti della famiglia di imprenditori operanti nella grande distribuzione nel Litorale Domizio; Diana è stato arrestato nel novembre del 2009 con l’accusa di associazione mafiosa, in quanto ritenuto un appartenente al clan dei Casalesi, guidato da Francesco Bidognetti detto “Cicciotte ‘e mezanotte”.
L’ex imprenditore da qualche tempo sta collaborando con gli inquirenti e grazie alle sue informazioni si è riusciti a risalire alla smaltimento illecito di rifiuti. “Diana – ha dichiarato Federico Cafiero de Raho, procuratore aggiunto di Napoli -, ha fornito rilevanti informazioni sulle attività di illecito smaltimento dei rifiuti condotte nell’area domiziana da persone vicine al clan dei Casalesi, fornendo anche indicazioni precise su almeno tre siti, dove sarebbero stati seppelliti rifiuti pericolosi e nocivi, provenienti anche dalle opere di bonifica dell’Italsider di Bagnoli“. Le aree indicate da Tammaro Diana sono state sottoposte a sequestro per effettuare gli accertamenti necessari a verificare la reale esistenza dei rifiuti tossici, la quantità e la natura; le verifiche dovranno dare un contributo anche all’individuazione dei responsabili degli illeciti.
Su di loro pende l’accusa di disastro ambientale, traffico illecito e organizzato di rifiuti ed esercizio abusivo di trasporto e smaltimento di rifiuti pericolosi e speciali, reati aggravati dal fine di agevolare le organizzazioni camorristiche operanti nella zona. Secondo l’accusa, infatti, nel traffico di rifiuti sarebbero coinvolte imprese e persone vicine al clan dei Casalesi, molto attivi nel business dello smaltimento illecito di rifiuti tossici e pericolosi.