Appuntamento importante per il mondo fotografico napoletano, ieri pomeriggio al Grenoble a via Crispi. É di scena una storia, quella narrata dalla macchina fotografica di Nicolas Pascarel, fotografo francese che a Napoli ormai è di casa. “Le cri-Gilberto, la Havane Cuba”, questo il titolo di quello che può essere definito un viaggio nella memoria.
Perché di questo si tratta, di un viaggio lungo diciassette scatti, attraverso la storia di un uomo di ottant’anni, incontrato per caso in un palazzo abbandonato nell’Havana che non si vede, quella della povera gente, che vive lontana dai fiumi di turisti che ogni hanno affollano la capitale del paese caraibico. Mancava da Cuba da circa dieci anni Nicolas, dopo che tra il novantasei ed il novantasette, c’era stato per un lavoro fotografico, vivendo visceralmente le atmosfere che la città ti da la possibilità di vivere. A distanza di più di dieci anni, il fotografo francese è voluto ritornarci, per vedere se le emozioni da lui vissute erano ancora vive nella sua memoria. “Son partito con la speranza di raccontare il quotidiano” dice Nicolas durante la conferenza di presentazione della sua mostra personale. Non una caccia alla storia struggente, in pieno stile scandalistico, ma una storia semplice di una persona semplice. La fortuna aiuta gli audaci, ma non solo, anche i sognatori visionari, che riescono a guardare il mondo con occhi diversi dai nostri. Nicolas ha avuto la fortuna di incontrare Gilberto, un vecchio cantante cubano, caduto ormai in miseria, che vive in povertà in un palazzo abbandonato, in una casa fatiscente, accompagnato solo dai suoi ricordi, dal caffè e dai suoi sigari cubani. Dapprima è nata un’amicizia tra i due, poi nella mente del fotografo francese è nata l’idea di realizzare un viaggio fotografico nella memoria storica del vecchietto, intriso di una dignità che quasi fa paura. Una dignità che traspare dagli occhi lucidi dell’uomo immortalato in un completo blu, in perfetto stile cubano. Inizialmente restio a farsi fotografare in condizione di povertà, Gilberto poi si è lasciato convincere ed è nata una mostra bellissima.
Ogni singolo scatto, è un pezzo di storia. Della storia di Gilberto. I suoi dischi (che non può più ascoltare perché non ha un giradischi), la sua cucina, i suoi sigari, il suo letto, la sua voce…il suo grido. Diciassette scatti immersi in un’atmosfera nostalgica, che lasciano riflettere su quanto siano effimere la fama e la ricchezza. Ognuno di noi ha un bagaglio personale che porta dietro, ognuno di noi ha la sua storia. Così anche Gilberto, attraverso gli scatti di Pascarel ha ricostruito la sua di storia. Tra un caffè ed un sigaro, scatti rubati nella più segreta intimità di una persona consapevole della sua condizione, ma non per questo triste della vita che ha vissuto. I sapienti occhi di Nicolas sono riusciti a ricostruire i frammenti della vita di Gilberto sparsi per la sua casa, senza cadere nel banale, senza enfatizzare una condizione di miseria, ma cogliendo attimi della sua quotidianità.
Nicolas Pascarel, nato a Parigi nel 1966, ha un’esperienza ventennale alle spalle, che lo ha condotto in giro per il modo, per lo più nel sud est asiatico, a raccontare le storie più diverse, esponendole non solo in Italia, ma anche Francia, Cambogia, Spagna, Germania, Olanda, Vietnam ed altri paesi. Ogni suo viaggio si tramuta in emozioni, sensazioni che egli vive in prima persona trasmettendole nelle sue fotografie e che poi magicamente arrivano dritte agli occhi e poi al cuore. Perchè la storia di Gilberto esposta al Grenoble fino al quattordici ottobre è una di queste, una storia semplice che lascia il segno in chi ha avuto la possibilità di riviverla attraverso i suoi splendidi scatti.